DIFFIDENZA
Tra me e te c’è una bella differenza, affermò Sebastiano
dall’alto del suo bancone, che sembrava un comandante sul ponte della sua nave.
Differenza? Chiese Pancrazio con diffidenza. Che vuol dire?
Qui sotto c’è la fregatura, pensava.
‘Bè, intanto tu sei un cliente e io un povero barista. Se
parliamo del Circolo, tu sei il pupillo di Maurizio ed io un “quisque de
populo”, tu un ras di Colleminuccio e io nemmeno un pellegrino di Cavuccio, ti
basta? Chiese ironico.
Tu sei un…che cosa hai detto del popolo?
Quisque, o anche quispe, significa uno qualunque, del
popolo. Uno sconosciuto, mentre qui a te tutti ti conoscono.
Se consideriamo il valore dell’amicizia sotto il profilo
matematico, si intromise nel discorso Oreste, e, mettiamo uno vale 140 e
l’altro 50, la differenza è data dal risultato della sottrazione (il resto):
140 – 50 = 90.
Pancrazio era incerto, ma sempre più diffidente.
Vi state prendendo in giro, vero? Cos’è, un nuovo gioco che
avete inventato per far ridere gli altri?
Vedi, gli rispose Sebastiano, la vera differenza tra te e
me, è che tu non ti fidi mai, pensi sempre che qualcuno voglia fregarti, mentre
invece, io…
Sei quel figlio di puttana che tutti conoscono, lo anticipò
Pancrazio.
Ora passiamo pure alle offese, disse fintamente risentito
Sebastiano, mentre Oreste scuoteva la testa contrariato, così le differenze
aumentano…
Le differenze o le diffidenze? Chiese polemicamente
Pancrazio, io non mi fido di te e tu non ti fidi di me, vero? Che ci stiamo a
fare, allora? Ognuno per la sua strada…
Non ci siamo mica sposati, fu la risposta sibillina di
Sebastiano.
Uno come te non lo vorrei neanche morto. Pancrazio
annaspava.
Ecco che viene fuori il “vero” Pancrazio, disse Sebastiano,
l’androgino inconsapevole, ma violento e scostumato.
Ambrogino ci sarai tu, gli lanciò di rimando Pancrazio, ti
sei messo a fare la femminuccia…
Ma ragazzi, la volete piantare? Per una volta, la voce di
Maurizio era forte ed autorevole, state facendo più casino di due polli in un
pollaio; sono stufo di sentirvi beccare in questo modo, vi impongo di tacere,
tra di voi non esiste nessuna differenza, siete entrambi dei malfidati e questo
è tutto.
Ed ignoranti di pari livello, aggiunse Oreste, Pancrazio meno Sebastiano, la differenza è
zero.
Qui mi salvo solo io, azzardò Silvana nascondendosi dietro
la macchina del caffè.
Ed io, si aggregò Maurizio, se solo riesco ad andar via
prima che sia troppo tardi.
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