LITTLE AMERICA
Pancrazio non era mai
stato in America, però sapeva quasi tutto di quel Paese, perché suo zio
Filiberto, fratello di sua madre, era stato lì al tempo della “caccia alle
streghe”, così aveva raccontato lui, ma Pancrazio non conosceva il significato
di quel modo di dire, ed era dovuto tornare in Italia perché dichiarato indesiderabile
in quanto Red che per gli americani significava comunista e un volta tornato a
casa, gli aveva insegnato molte cose apprese là, come per esempio che le donne
in America sono tutte “womini” e le mogli “guaif”, che se può essere vero per
il secondo, non lo è certo per il primo.
Lo zio Filiberto a
New York aveva aperto un Barber Shop che aveva gloriosamente intitolato “Little
Italy”
In omaggio al fatto che in quella città l’America era considerata
come una piccola Italia e lui, benché ce l’avesse con quel Paese inospitale,
per ricambiare la cortesia, aveva imposto al negozietto di generi alimentari
gestito dalla madre il pomposo nome di “Little America”.
Purtroppo l’iniziativa non ebbe successo e l’insegna al neon
che lampeggiava sotto la finestra di Pancrazio, con non poco fastidio per il
suo riposo serale, dovette dopo qualche tempo essere spenta, perché gli abitanti
del suo paese, non abituati ai nomi americani, mentre prima frequentavano il
negozietto di sora Mariella, sua madre, per l’acquisto di ogni sorta di cose
non solo alimentari, ma anche che so, per lacci, bottoni e lampadine, come pure
per altre merci di largo consumo, insomma come fosse, avrebbe detto più tardi
Filiberto, un Little Market, da quando aveva cambiato nome, da “Generi Diversi –
da Mariella” a “Little America”, avevano cominciato a diffidare e per fare la
spesa preferivano scendere al vicino Centro Commerciale aperto da poco, dove,
tra l’altro si poteva anche andare a spasso e visitare negozi di vestiti e ricambi
auto.
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