L'ANGOLO

 


                                            

Siamo appena usciti dall’ euforia del Natale, anzi siamo ancora sulla scia di quella festa, che annunciata dall’ Assunta e confermata, qui da noi, dal 19, giorno del Patrono, si trascina dietro lo spumeggiante Capodanno e raggiungerà domani la sua conclusione con la modesta apparizione, della Befana, che già sembra tutto così lontano, vero? Chiese, riprendendo fiato, Pancrazio davanti ad uno sparuto e spaesato gruppetto di soci del Circolo.

E si fermò a guardare negli occhi uno per uno i volti imbambolati degli accoliti.

E che? Ruppe il silenzio Sebastiano, con un orecchio al nuovo avventore entrato con un dito alzato, come l’omino della Bialetti e l’altro, ai conversari degli amici, oggi ti metti a fare il sentimentale?

La battuta non piacque all’amico in funzione di anfitrione, che reagì con fastidio: tu non senti il rumore del tempo che passa? Chiese socchiudendo enigmaticamente gli occhi .

Questa volta, molte teste si mossero in tutte le direzioni, in cerca di un punto fermo sul quale fissare lo sguardo. Lo stesso Sebastiano ristette con la tazzina fumante in mano sotto gli occhi ansiosi del suo cliente, incerto sul da fare.    

Siamo tutti tesi ad immaginare cosa si nasconde dietro l’angolo, continuò oscuramente Pancrazio, il pensiero del futuro ci assorbe così tanto, da farci superare in fretta l’oggi che diventa ieri, ieri che è già l’altroieri e così di seguito, tutto il passato, anche quello più recente.

Sebastiano posò la tazzina davanti all’uomo che gli stava davanti, il quale finalmente soddisfatto ne entrò in possesso, ma insomma si può sapere che cazzo stai dicendo? Scusi sa, aggiunse subito dopo, rivolto al cliente che lo guardava incredulo.

Ecco, proruppe Pancrazio, con voi non si può fare un discorso serio, non siete in grado di capire, mi dispiace che adesso non c’è qui Maurizio, altrimenti vi farei vedere io!

Ci fu un mormorio generale al quale fece seguito una voce: dietro l’angolo c’è un cane che con la zampa alzata sta facendo la pipì e tutti risero.

Sciocchi, mormorò Pancrazio fra i denti.

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