FOCOLARE



   

                                                                 FOCOLARE

 Oggi ho lasciato a casa il mio vecchio che era molto triste, stava dicendo Pancrazio a Sebastiano, sorbendo il caffè appoggiato con i gomiti al bancone.

Sebastiano prestava orecchio un po’ distratto, pensando ad altro, mentre strofinava insistentemente con gesto automatico uno straccio sulla superfice già lustra del lavello.

Perché? Chiese ad un tratto, stava forse male?

No, rispose Pancrazio compunto, è che soffre al pensiero di dover tornare all’ospizio una volta finite le vacanze.

Come l’ospizio? Interrogò Sebastiano, non vive con voi?

Sì, ma siccome durante i giorni feriali, la mattina usciamo, io, mia moglie ed Evelina, per non lasciarlo solo, lo portiamo al vicino ospizio ad intrattenersi durante il giorno e passiamo a riprenderlo la sera. Molte volte egli ci ha detto che non ci vuole andare e che preferisce rimanere a casa da solo, ma tu capisci che noi, per tranquillità…

La vostra tranquillità contro la sua felicità, sentenziò Sebastiano, è evidente che per lui, il povero vecchio, conta di più il calore del focolare domestico, che la compagnia di altri vecchi.

Quando lui torna a casa, la sera, il camino è sempre acceso e il calore non manca, è durante le ore del giorno che non ci fidiamo di lasciarlo con il fuoco acceso, potrebbe succedere una disgrazia, ma comunque il focolare non gli manca.

Tu sai che il focolare domestico è materialmente il camino, ma si dice così per indicare metaforicamente il centro della casa, in cui si racchiudono gli affetti e i sentimenti di tutti i componenti del gruppo familiare…       

Il nostro non è propriamente al centro, ammise Pancrazio, ma non è nemmeno fuori di casa, è in cucina.

Sebastiano arrestò per un attimo il movimento della mano e lo guardò fisso in volto, Ma tu… cominciò a dire, poi si fermò; tanto non sarebbe servito a nulla, ogni volta non capiva se il suo amico fosse stupido, o volesse prenderlo in giro.

Prego signore, disse poi cambiando tono di voce, rivolgendosi affabilmente al cliente che era comparso davanti al suo bancone.

Un caffè Hag decaffeinato, fu la richiesta.

Eccone un altro, sibilò Pancrazio fra i denti.

 

 

 

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