BIGLIETTO LASCIATO PRIMA DI NON ANDAR VIA
Biglietto lasciato prima di non andar via
Se non
dovessi tornare,
sappiate che non sono mai
partito.
Il mio viaggiare
È stato tutto un restare
qua, dove non fui mai.
Fulminante l’affondo portato da Roberta sulla foto di
Giuseppe, con la semplice citazione di una poesia scritta da un poeta che ha
lungamente meditato sul senso della vita e sulla impossibilità di trovare
parole per cogliere la realtà delle cose che ci sfugge continuamente.
Il ricorso all’assurdo di un ossimoro portato alle estreme
conseguenze, rende con efficacia la disperazione prodotta da questa incapacità che
si riverbera su ogni cosa, lasciando in bocca l’amaro sapore della sconfitta.
Questa poesia, applicata al ricordo di Giuseppe, io la leggo
come un omaggio bellissimo ed estremo a partire dal titolo, Biglietto lasciato
prima di NON andar via.
Le ultime volontà affidate ad un biglietto, prima della non
partenza, perché in effetti, questo è quello che ci piace pensare, chi scompare
non è mai andato via (ricordate Eduardo? Sto qua, nella stanza accanto).
E coglie anche la verità della seconda parte, quel viaggiare
rimanendo nel posto dove non si è stati veramente mai.
È sconsolante, ma è anche illuminante, troppe occasioni
perdute quando era il tempo, non resta, per chi rimane, che la consolazione di
una tardiva resipiscenza.
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