PATRONO
Il patrono, parola che deriva da “pater”, padre, è
innanzitutto il protettore.
Nell’antica Roma era colui che manometteva, cioè affrancava
o liberava uno schiavo, nei confronti del quale conservava determinati diritti
e doveri, quali, immagino, protezione e assistenza.
L’istituto giuridico era quello della manomissione, termine
che deriva dal latino “mittere” nel senso di “mandare” fuori dalla soggezione
(manus)” del padrone lo schiavo affrancato.
“Affrancare” significa liberare e deriva dal latino “francus”,
che significa appunto “libero”. Sempre con un occhio al suo significato
originario, questa parola è passata ad indicare l’apposizione dei francobollo
sulla corrispondenza e dato origine al termine “franchigia”, che rappresenta l’esenzione
dal pagamento di qualcosa.
Dal suo originario significato, la manomissione, è passata
poi ad indicare tutt’altra cosa, come l’illecito uso e danneggiamento di
qualcosa.
È da questo complesso di significati che ruotano intorno al
concetto di Pater, manus e francus, che si è giunti ad indicare il Patrono, in
epoca cristiana, come il santo protettore di una comunità, città o paese, liberatore
(dalla manus, soggezione, del paganesimo), intercessore tra essa e Dio.
Idealmente siamo tutti figli di questo Padre, che ci ha
liberato e ci protegge, nei confronti del quale conserviamo la soggezione della
fede e riceviamo pace e benedizione.
San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena sono
Patroni d’Italia, mentre il Patrono della nostra città è San Berardo da
Pagliara, che è anche Patrono della Diocesi di Teramo-Atri.
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