STORMIRE DELLE FRONDE
Che poi, si allungò a dire Maurizio dopo un attimo di
silenzio, se riflettiamo sulla espressione “stormire”, ci viene in mente di
aggiungere “delle fronde”, per indicare il rumore del vento tra gli alberi.
È corretto anche dire “stormire delle foglie”, anche le
foglie stormiscono, ma è uno stormire, minore, più delicato.
In tutt’e due i casi, non si tratta di un vero e proprio
vento, ma di un’aria, lo stormire è un rumore amabile, anche quando è piuttosto
impetuoso (il vento, non il rumore), tanto che, nel secondo caso, quello delle
foglie, è preferibile parlare di “mormorio”, che è un sussurro lieve, mentre
nel primo può assumere carattere di tempesta.
Pancrazio ascoltava con occhi sognanti, immerso nella
contemplazione del suo faggio preferito, al paesello, nelle ore meridiane,
durante la siesta, dopo un buon pranzo di estate, all’aperto, quando più volte
gli era capitato di notare, senza farci caso, proprio questa differenza che
esiste, e le parole di Maurizio lo avevano confermato, tra la prima arietta che
muove appena le foglie ed il venticello più sostenuto, che fa muovere i rami.
D’altronde, continuò dopo il Maestro, con aria professorale,
l’origine della parola, dal tedesco e poi dal francese, parla apertamente di
tempesta, come lo stesso termine inglese “storm”, che vuol dire appunto tempesta.
Ed è qui il bello della nostra lingua che da un termine che
generava apprensione, ha fatto discendere “per li rami” direbbe il poeta, cioè
attraverso i secoli, un concetto che via via si è sempre più allontanato da
idee di tuoni e fulmini, per approdare ad una pacifica raccomandabilissima
spiaggia di soave benessere, quella del fruscio delle foglie e delle fronde al
passaggio di un rinfrescante venticello estivo.
Porca puttana, è vero! Disse Pancrazio destandosi all’improvviso
dal suo idillio, una volta a Colleminuccio, mentre me ne stavo beatamente a
godere il freschetto di un venticello estivo, dopo pranzo, si è scatenato un
temporale, che non ho fatto in tempo a rientrare in casa, che ero tutto
fradicio!
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