SOPRAVVENTO
Insomma, a me questa questione del sopravvento e del
sottovento non mi è chiara, disse Pancrazio, chi è che si trova meglio, chi è
sopravvento, o chi è sottovento?
Tutti tacquero, mentre Maurizio si nettava gli occhiali con il fazzoletto e sembrava
non aver sentito la domanda. Gli occhi appannati rivolti nel vuoto, rimuginava
il modo di dare una risposta esaustiva con poche parole, tanto l’argomento gli
sembrava futile.
I due termini sono formati dalle parole sopra e sotto e da
quella che le accomuna, cioè il vento, fu la prima cosa che disse e sono usate
in ambito marinaresco, in meteorologia ed in altri campi.
Inoltre, bisogna dire che “sopravvento”, e “sottovento” sono
usati come avverbi in alcuni contesti (come “mettersi sottovento”) e come sostantivi
in altri (esempio: “il lato sottovento” di un’imbarcazione, con valore di
aggettivo) e, per quanto riguarda il primo, di preferenza si dice “sopravento”,
quando è usato nel linguaggio dei marinai.
Come avverbi, servono ad indicare la direzione del vento,
rispetto ad un punto determinato, come sostantivi individuano il lato di una
nave, di un aeromobile, di una montagna, o di un edificio, esposto al vento, o
al riparo da esso.
Come sostantivo, sopravvento significa anche, con una
trasposizione di senso dal vento, ad un’altra energia, la supremazia, il
predominio, il prevalere rispetto ad altri elementi, per esempio in una gara podistica,
la supremazia di un corridore senza scarpe, rispetto a tutti gli altri calzati.
Dopo una breve pausa, il maestro consultò frettolosamente il
cellulare e lesse:
“In termini scientifici, sopravento è
il lato da cui proviene il vento in un
sistema di riferimento specifico. Si tratta di una nozione fondamentale nella
fluidodinamica e nella meteorologia.
Il vento è causato da differenze di pressione atmosferica
e fluisce dalla zona di alta pressione verso quella di bassa pressione.
Sopravento è quindi la direzione da cui il vento soffia, ed è caratterizzato da
velocità e direzione specifiche.
Sottovento
rappresenta il lato opposto o la regione protetta rispetto alla direzione da
cui proviene il vento. Questo
concetto è cruciale nella fluidodinamica, meteorologia, e nell’ambito di
fenomeni legati al trasporto atmosferico e all’interazione con ostacoli”.
Allora quando si dice che non si sputa – o non si piscia –
in controvento, si vuol dire che conviene mettersi sottovento, prima di farlo?
Interloquì Pancrazio, non senza un po’ di malizia, che lui chiamava buonumore.
Maurizio posò il cellulare sul tavolo, poi alzò lo sguardo
sul suo uditorio, Sebastiano, Silvana e Oreste, ignorando Pancrazio.
Io, però, disse, per
noi, che non siamo marinai, nulla sappiamo di meteorologia, meno ancora di
fluidodinamica e a stento distinguiamo il nord dal sud, l’est dall’ovest e la
bassa dall’alta pressione, suggerirei di soffermarci almeno un po’ sull’ultimo
dei significati supportati dalla parola “sopravvento” in qualità di sostantivo,
che è “supremazia”.
Il vento in questo caso non è presente, ma c’è: è nascosto
tra le pieghe di questo senso che la parola trascina, o traghetta.
Quando un’idea ha il sopravvento su una precedente, che ha
improntato su di sé, il modo di intendere determinate cose, portando con le
riforme necessarie, profondi cambiamenti nel modo di vivere e di rapportarsi
gli uni con gli altri, ebbene non si dice che un nuovo vento ha investito
vecchie strutture, abbattendo quanto di errato poteva essere in esse, e
conservando solo l’essenziale per dare continuità al cambiamento?
E il cambiamento di rotta, nella vita e nella politica, non
è conseguenza di una scelta, che è quella di offrire un fianco sopravvento per
acquisire energia e costringere la nave ad avanzare anche controcorrente?
Rifletteteci: il sopravvento è la leva che muove il mondo…
Ah, Maurì, che cazz, ‘stì dice? Insorse Pancrazio, la mia
domanda era solo per sapere se era meglio stare sotto o sopra e tu ci stai a fa’
nu rumanze!!!
Le sue parole caddero in un silenzio generale non si sa se
imbarazzato o contrariato per aver rotto l’incantesimo.
Quando tutti si riebbero, con un rumore di sedie mosse, Maurizio,
riponendo gli occhiali nell’apposito astuccio, ancora una volta l’ignoranza ha
avuto il sopravvento, disse e si alzò per andare via.
Suvvia, Maurì, gli tirò dietro Pancrazio, non ti offendere,
capita a tutti di prendere una cantonata, ogni tanto!
A professò, per filmare animali pericolosi si deve stare sottovento per non essere fiutati, giusto? Giusto Rimi, ogni tanto ci azzecchi, rispose Evaristo.
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