SAN VALENTINO E LE CENERI
SAN VALENTINO E LE CENERI
Quest’anno, singolarmente, il giorno di San Valentino,
coincide con il Mercoledì delle Ceneri. Da un lato celebriamo l’amore, dall’altro,
ci ricordiamo che siamo mortali e che il nostro destino è quello di tornare ad
essere cenere.
La fortuita coincidenza fra le due date, non ne contrasta il
senso, anzi ne esalta la ideale contiguità e continuità.
Nel rito cristiano, le ceneri che vengono cosparse sul capo
dei penitenti, sono quelle delle palme benedette della Domenica delle Palme
dell’anno precedente, che vengono bruciate, mentre l’amore non ha limiti di
tempo. La passione può morire, l’amore, quello che ci ricorda la leggenda del
Vescovo di Terni che andò a Roma per convertire l’Imperatore ed ivi affrontò il
martirio, va ben oltre la morte fisica.
Il Mercoledì delle Ceneri, è noto, segue ai bagordi del
Carnevale e rappresenta proprio il momento della presa di coscienza dei nostri
errori e del ravvedimento della parte spirituale della nostra natura, contro la
tendenza dell’altra, quella fisica e carnale, a trascendere e l’inizio di un
periodo di contenimento delle pulsioni carnali a vantaggio dell’intimità dello
spirito.
E, nell’intimità dello spirito, l’amore non muore mai ed è
inscindibile: non esiste un amore buono ed uno cattivo, ma l’unico vero amore. Tutto
il resto non è amore.
L’amore che celebriamo oggi è l’amore spirituale, anche se i
vari episodi che si narrano sulla storia di San Valentino, sono tutti nel senso
di glorificare soprattutto l’amore coniugale, o comunque di coppia.
Da uno di essi, che narra di un volo di piccioni che avvolse
per opera del Santo, una coppia in crisi, facendola rinsaldare, è venuto anche
il modo di chiamare “piccioncini” i giovani innamorati di ogni parte del mondo.
L’augurio è sempre più piccioncini e sempre meno penitenti.
San Valentino prevalga sulle Ceneri.
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