L'ISOLA DEI RICORDI

 

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Pancrazio, tu sai dove si trova l’Isola dei Ricordi? Chiese Maurizio, con tono sognante.

Maestro, rispose l’interpellato, se debbo stare ai miei ricordi, quell’Isola si trova a Colleminuccio, il centro del Mondo.

Ma come, Pancrazio, un’isola su una collina?

No, l’isola è sopra la collina, in una nuvola, un cloud, come dite voi Socrati dell’informatica.

 Volevi dire Soloni e dunque tu sai cos’è un Cloud Storage?

No, il garage non c’è e nemmeno gli accessori, solo due camere e servizi.  

Mi prendi in giro, Pancrazio?

Io, mai! …Mi fai certe domande, cosa ti dovrei rispondere?

Il cloud computing è un servizio per l’archiviazione di oggetti…

Allora non è la mia nuvola. I miei ricordi non sono oggetti, ma sentimenti…

Ti senti poeta, vero? Non è male, i sentimenti sono la parte migliore di noi.

Questa mattina, disse pensoso, Pancrazio, mi sa che le cose stanno andando in senso contrario…

È vero, anche in questo momento un congiuntivo muore, rispose Maurizio in modo sibillino.

Sai che me ne frega! Tu mi hai proiettato verso quella nuvola ed ora cerchi di farmi cadere, ma io sono molto attaccato ai miei ricordi e anziché preoccuparmi di un congiuntivo che, come tu dici, ogni momento muore, voglio pensare alle cose belle che ricordo, della mia vita e farle vivere il più a lungo possibile.

Per questo hai scelto la nuvola?

Per questo ti ho detto dove si trova la mia Isola dei Sogni, o dei Ricordi che per me, sono la stessa cosa.

Come fai a dire che sogni e ricordi sono la stessa cosa? Obiettò Maurizio.

Sono entrambi fatti di aria e l’aria è l’unica cosa che una nuvola può mantenere e non oggetti, come mi vuoi far credere tu.

Vedi Pancrazio, la parola “oggetto” può significare molte cose materiali, ma anche immateriali, come “fine”, scopo, contenuto…

Oh, ‘mbè, ma allora…ogni ricordo è un oggetto che voglio stipare nella mia nuvola garage e l’Isola, se c’è, la troverò prima o dopo. Un giorno anche quella nuvola sarà dissipata dal vento del tempo, ma fino ad allora, avrò sempre, tutte le volte che torno a Colleminuccio, davanti agli occhi l’immagine di mia madre sorridente sulla soglia di casa, pronta ad accogliermi, con le mani intrise di rosso d’uovo e di farina della massa per la pasta, che stava preparando per il pranzo.

 

 


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