DECORO

 

                                                                      

Cos’è il decoro? Si chiese Pancrazio. Aveva appena detto a sua moglie, che gli rimproverava di essere sciatto e disordinato, che lui faceva del suo meglio per salvaguardare il decoro della famiglia, frequentando il Circolo dell’Abecedario presso il Bar dell’Olmo, di cui si onorava di essere un socio fondatore. Tutto il resto era compito di Giulia ed Evelina.

Da tempo, però, era assillato da un dubbio: il decoro è un ornamento, un abbellimento, come quando si dice la chiesa era tutta un decoro, o un attributo della dignità delle persone e della decenza? ma non osava metterne a parte Maurizio, per timore che il maestro si prendesse gioco di lui e, impegnato com’era, sempre, in questioni di altissimo livello, non voleva disturbarlo, per questioni di così scarsa importanza, come potevano essere i dubbi che attraversavano la sua mente.

Decise allora di rivolgersi a Sebastiano, sebbene anche lui, indaffarato con i clienti del bar, non avesse, in genere, molto tempo a disposizione per questioni di lana caprina, come usava dire lui, specie quando ad interpellarlo era il suo amico e sodale, benché Pancrazio nutrisse molti dubbi su questo tipo di sodalizio.

Senti, gli disse a bassa voce, accostandosi al suo orecchio, mentre lui con l’altro prestava ascolto all’ordinazione dell’unico cliente, appena entrato, che aveva chiesto con un gesto del braccio, un caffè, mi potresti dire che differenza passa tra decoroso e decorato?

Che razza di domanda, gli rispose l’amico con sufficienza, è decoroso vestire bene, per esempio, per ricevere una decorazione, semplice, no?

Io ho sentito che decoroso si usa per dire di una cosa appena superiore alla decenza, cioè dignitosa, che non fa schifo, insomma. Secondo te significa anche che è tale da apportare decoro? Ma allora non è più solo dignitoso, ma molto di più.

Questa è una questione di lana caprina, caro Pancrazio…

Lo sapevo, si affrettò ad ammettere il nominato, dici sempre così quando non sai cosa rispondere! 

Con sua meraviglia, a questa risposta, vide Il volto del barista, aprirsi in un largo sorriso e, guardando verso l‘entrata del bar, Ciao Chiara, disse poi a voce alta e anche Pancrazio si voltò a salutare la nuova arrivata. Ti preparo il solito cappuccino? Le chiese.

Magari! disse lei, rispondendo al saluto dei due, anch’essa sorridendo simpaticamente; se sapessi cosa mi davano alle Aleutine, per colazione! Fanno ancora il caffè alla turca, con la posa dentro, imbevibile, anzi immangiabile, perché si beve masticando! E subito dopo, Di che stavate parlando?

Oh, niente, minimizzò Sebastiano; Pancrazio mi chiedeva se…

Secondo te, si frappose lestamente Pancrazio, essere decoroso significa anche essere decorato? Oppure decorato significa abbellito e decoroso che è appena decente?

Il senso delle parole è sempre flessibile, sentenziò Chiara, ma senza sussiego. Dipende da quello che vogliamo dire noi e dal contesto in cui le utilizziamo.

Quindi vuoi dire che può significare entrambe le cose?

Certo! Ammise lei, la parola deriva dal latino “decor” che significa “bello” ed è affine al verbo “decere” che vuol dire “essere conveniente”, donde anche mantenere un certo contegno: in tutt’e due i casi, si tratta di valutare, diciamo così, il grado di apprezzamento che il decoro esprime, che può andare da un minimo, come quando diciamo questo componimento è appena decoroso, ad un massimo, con un’espressione tipo il comportamento di quell’uomo, in quella circostanza è stato più che decoroso, eroico. Per questo, in seguito fu decorato di medaglia d’oro al valore civile.

Sì, ammise Pancrazio, questo è senz’altro vero; perché, si mise poi a raccontare, mio nonno, che aveva combattuto sul Carso, durante la prima guerra mondiale, fu insignito, dopo morto, di medaglia di bronzo al valor militare e tutti dissero che era stato decorato, ma in realtà portava il vestito di sempre, tutto grinze e macchie, che a chiamarlo decoroso era veramente una esagerazione.

Oppure io non c’ho capito niente ed ha ragione mia moglie Giulia, che io quanto a decoro, sono ancora all’anno zero!

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