SESQUIPEDALE

 

                                                                                 

Sei di una sesquipedale ignoranza, ho sentito dire da un distinto signore al fattorino del bus che ci stava portando al centro ed ho trasecolato, quel termine, sesquipedale, mi ricordava qualcosa, ma era come un buco nella mia memoria, stava dicendo in tono confidenziale Maurizio ai suoi accoliti ed ecco Pancrazio, sempre attento, ma sì, sarà una marca di biciclette!

Per chi non lo sapesse, seguitò il maestro rivolgendo solo uno sguardo di disapprovazione al suo discepolo, io, non è che non lo sapessi, non me lo ricordavo, il sesquipedale è un’unità di misura del tempo dei romani, ma dai lo interruppe ancora Pancrazio, non mi verrai a dire che i romani, con elmo e corazza, andavano in bicicletta! Lo sguardo di Maurizio lo fulminò in silenzio, poi la voce del maestro si ridusse alla pazienza, e corrispondeva alla lunghezza di un piede e mezzo, che poi era quella del lato di un mattone, quindi, a ben guardare, nemmeno tanto grande, se rapportata ad un’ignoranza media. Sta di fatto, però che poi, nell’uso letterario, sesquipedale è andato a significare qualunque cosa di dimensione smisurata. Ed è quello che il distinto signore voleva attribuire al fattorino del bus.

Certo, ad essere pignoli, continuò pensoso Maurizio, ci sarebbe da indagare se, per determinare tale misura, sia stato preso come metro il piede del gallo Vercingetorige, che io immagino fosse gigantesco, specie dopo la “passeggiata” in catene, che Cesare gli fece fare fino a Roma, o quello di Romolo e Remo, gemelli e, probabilmente non molto alti, come del resto nella media della statura degli antichi romani.

Di Romolo, piuttosto che di Remo, intervenne Oreste saggiamente, dato che il primo accoppò il secondo, perché gli aveva attraversato il solco che lui aveva tracciato con la vanga.

Non scendiamo in troppi dettagli, per non apparire eccessivamente minuziosi, fu il consiglio di Maurizio, sempre attento a quello che avrebbero potuto dire gli altri.

Hai ragione, intervenne consenziente Pancrazio, è meglio non dare nell’occhio, anch’io ho una bicicletta, un po’ vecchiotta e perciò ha solo due pedali, ma che vuol dire? per me va bene lo stesso: Che me ne farei di una con sei?

Cadde il silenzio e la cosa finì lì, nessuno nominò più il sesquipedale, che rientrò nel dimenticatoio della storia, dal quale era stato tirato fuori, forse pedissequamente.

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