SURRETTIZIO

 

                                                                      

Maurizio entrò, scuro in volto e senza guardare in faccia nessuno sedette al primo tavolinetto che trovò libero.

Lucius! pronunciò ad alta voce e fece una pausa, guardandosi intorno; poi domandò: vi ricordate di Lucius? Quel personaggio ambiguo che più di una volta è venuto qui sotto mentite spoglie a carpirci informazioni, allo scopo di mettere in cattiva luce il nostro sodalizio?

Pancrazio alzò il capo e drizzò le orecchie: quello, chiese, che una volta venne travestito da investigatore privato, con berretto, occhiali neri, baffi finti e calzoni alla zuava? Era in compagnia di un altro personaggio strano, vestito da prete, con la tonaca ed il colletto bianco rigido.

Proprio lui, confermò Maurizio ed aggiunse: ebbene questo Lucius, che di tanto in tanto, si diverte a provocarci con sue trovate bislacche, questa volta ci ha lanciato una sfida, affermando apertamente che lui stesso talvolta ha un comportamento “surrettizio”, invitandoci a tenerne conto.

Sapessi quanto me ne fotte, sbottò Pancrazio. Se viene qua e dice cose scorrette, io lo caccio fuori a pedate!

Non essere così precipitoso, lo esortò Maurizio; vediamo di capire cosa significa “surrettizio” e poi chiediamoci perché è venuto a dircelo.

Secondo me, sentenziò meditabondo Oreste, è uno specchietto per le allodole, vuole farci cadere in un tranello.

Non sono allodole, si affrettò a dire Pancrazio, io a Colleminuccio ho messo una piccionaia ed ho un pollaio con due paparelle. Non vorrei che gli venisse voglia di venirmi a rubare qualcosa!

Ragazzi calma, raccomandò Maurizio ed aprì un grosso vocabolario che era andato a prendere nella libreria sul retro. Sfogliò rapidamente le pagine e si fermò a tre quarti del volume.

“Surrettizio”, lesse,” [dal lat. surrepticius, der. di surripĕre «togliere via di nascosto», comp. di sub- e rapĕre «rapire»]. – Nel linguaggio giur., spec. nel diritto canonico, di atto in cui si tace intenzionalmente un fatto”.

Alzò gli occhi dal libro, al di sopra degli occhiali che teneva appuntati sul naso e argomentò:a

Egli dice esattamente che talvolta ha un comportamento surrettizio. Cosa vorrà intendere?       

C’è odore di sotterfugio, disse Silvana. Ci dice questa cosa strana e ci tace del motivo, io ci trovo del losco.

Più genericamente, secondo me, si può dire che surrettizio significhi reticente, ma anche fraudolento, azzardò Sebastiano.

Ecco, ho trovato! Annunciò Maurizio e riprese a leggere dal vocabolario:

nel linguaggio filosofico, si dice surrettizio “Di concetto introdotto in un'argomentazione in via ipotetica, in quanto estraneo ai principi fondamentali su cui l'argomentazione poggia” e continuò:

Si potrebbe pensare che questo tizio, compiacendosi del parlare filosofico e, mancando delle basi di questa disciplina, introduca nel discorso qualcosa che non c’entra affatto.

Ma io dico di più, Maurizio appariva concentrato nell’inseguire un pensiero: quest’uomo è un illusionista, affermò, un genio, o un demonio; nel momento stesso in cui ci scaglia questa parola, ce ne dà un’applicazione pratica, inserendo nel discorso, un elemento di disturbo, che è anche fuorviante, sembra farlocco, balordo, ma è, invece, sottilmente provocatorio.

Insomma si è inventato un modo per rompere le uova nel paniere, sibilò Oreste.

Se vogliamo gettarla in burletta, disse sconsolato Maurizio…

Dall’analisi della parola “surrettizio”, riprese, abbiamo rilevato due elementi: essa pone nel primo significato un problema di sottrazione: si dà un’informazione, ma si tace di un qualche elemento importante, volutamente, per indurre in errore; nel secondo, al contrario, si procede ad un’aggiunta: si introduce nel discorso teoretico un elemento ipotetico, che non c’entra con l’assunto principale, ma lo scopo è sempre lo stesso, fuorviare.

Quindi? Chiese Oreste, ci dobbiamo accontentare di questo? Dobbiamo ritenere che egli ci abbia voluto soltanto mettere in difficoltà, o piuttosto che ci abbia inviato un messaggio in forma criptica, per avvertirci di qualcosa?

Maurizio sembrava perplesso; basta, disse menare il can per l’aia…Lucius questa volta si è voluto prender gioco di noi ed ora se la ride, mentre noi stiamo qui a scervellarci intorno ad un problema inesistente: se voleva dirci di stare attenti, perché è in grado di scompigliarci le carte in tavola, direi che ci è perfettamente riuscito.  

Ho capito, disse risoluto Pancrazio, debbo andare a Colleminuccio a chiudere bene a chiave la casa, il pollaio con le paparelle e la piccionaia, metti che a qualcuno venga in mente di introdursi “surrettiziamente” nella mia proprietà e rubarmi la robba che io e mia moglie abbiamo con tanta fatica messo da parte per la vecchiaia! 

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