RETROMARCIA

 

                                                            

O, “Macchine indietro tutta!”.

È più che evidente l’intento di questo governo di destra, una destra dal volto rassicurante, ma determinato, di dare una svolta al corso della storia - che va intesa anche come progressione di eventi che determinano il progresso - raddrizzando la barra decisamente verso la riproposizione di vecchi modelli del tipo “Italietta” degli anni venti del ‘900, o giù di lì).

Dio, Patria, famiglia, con tutto quello che ne consegue, come se tanta acqua non fosse passata sotto i ponti, o fosse ancora possibile, invertirne il corso per farla tornare indietro.

Il crocifisso imposto per legge in tutti i luoghi pubblici e multe a chi non ottempera, come fossimo in uno Stato teocratico e non democratico e laico, il sei in condotta a scuola, con bocciatura, ed altri  provvedimenti repressivi (ultimo a danno dei migranti), volti a ripristinare un “ordine” che si era perso nei sottoscala della storia.

Con l’avanzata travolgente dei Vannacci (un Generale che vuole raddrizzare il mondo che lui vede “al contrario” di come lo pensa lui) e della moltitudine di persone, che finora hanno taciuto ed ora trovano la forza di farsi avanti, non la maggioranza, sia chiaro! di italiani plaudenti, felici di rivestire vecchie casacche tenute nella naftalina, abiti comodi casalinghi, che non espongono al rischio di idee avventate, progressiste, “scandalose”, come, per esempio consentire il matrimonio fra persone dello stesso sesso.

Fra le cose belle, dette ieri sera a Dimartedì da Augias, che si è dichiarato non cattolico, pur avendo scritto tanto in tema di religione, a proposito della pretesa “difesa di Dio” da parte dell’attuale maggioranza di governo, c’è l’osservazione che, in genere, chi difende qualcuno, lo fa perché ritiene che sia incapace a  difendersi da solo e, per quanto riguarda l’obbligo della esposizione del crocifisso, l’ovvia considerazione che piuttosto che l’imposizione, vale il principio che chi vuole Cristo, se lo va a cercare. Come ha fatto lui, da non cattolico.

E non tirare in ballo, aggiungo io, il tema della parità di trattamento con altri Stati, (se vai in un Paese di religione musulmana, devi adeguarti alle sue regole, così pure chi viene da noi, immigrati soprattutto, deve assoggettarsi alla esposizione del crocifisso o al Presepe nelle scuole), perché così finiamo col metterci al loro stesso livello di Paesi a conduzione teocratica, tipo i Talebani.

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