MARASMA

 

                                                                      

Pancrazio, hai idea di cosa sia il marasma? Chiese Maurizio un giorno di inizio settembre, mentre erano mollemente appoggiati coi gomiti alla balaustra della “Battana” e guardavano il mare, liscio come una tavola.

Pancrazio, raddrizzandosi sulla schiena, si voltò a guardarlo in viso, mentre pensava “ci risiamo, comincia l’esame!”; no, rispose, di preciso non so, ma, a sentirla questa parola, mi sembra di ricordare qualcosa, come un mare molto incazzato, con “marosi” alti due metri e tanta baraonda intorno…

Sarà per l’assonanza con la parola “mare”, ma questo termine, che ci viene dal greco con il significato di “consunzione”, effettivamente, sentenziò il Maestro, sempre rivolto verso il largo, là, sul limite dell’orizzonte, anziché al deperimento organico estremo, fa pensare ad una distesa di cose in una confusione generale, che, appunto, somiglia a quella del mare in tempesta, con venti che soffiano da tutte le parti, onde che si inseguono e cozzano l’una contro l’altra, creando una situazione di grande pericolo. Mentre parlava, con le mani, muovendole come a seguire la linea delle onde, “disegnava” ciò che vedeva nella sua mente,

Dal vocabolario si apprende, quindi continuò come in cattedra, che il termine “marasma” si usa soprattutto in medicina con significati ben specifici, tipico, per esempio, il marasma senile, oppure, in senso figurato, per indicare uno stato di profonda crisi delle istituzioni, che porta all’inefficienza delle stesse, o della politica, o sociale, o economica, con effetti devastanti.   

Si usa anche, sempre in senso figurato, per significare più genericamente uno stato di confusione in ogni singola cosa, che non rientri negli incasellamenti precedenti e qui, secondo noi, si trova il terreno più vasto e più ricco, per l’uso, a proposito, o, anche, a sproposito, di questa parola severa e letale, ma anche in qualche modo affascinante, per le sue soluzioni imprevedibili. 

Sarà, ma a me, ‘sta parola fa venire solo da andare al cesso, disse fra i denti Pancrazio, pentendosi subito dopo e coprendosi con la mano la bocca, quasi a trattenere quanto già sfuggito, scusa, Maurì, ma tu pure, di primo mattino…

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