INNAMORARSI

 

                                                                       

Avete mai riflettuto, iniziò quel giorno Maurizio, sul dono grande che abbiamo, che consiste nella facoltà di innamorarsi? O dovrei dire innamorarci, ma il mio discorso è in generale, riguarda tutti noi, non solo noi che siamo qui, ma tutti gli uomini e le donne del mondo. Ed è in nome di tutti loro che voglio parlare, includendoli nel “noi” col quale seguiterò ad esprimermi.

Ti prego di non includere anche me, disse Pancrazio, perché io mi sono innamorato tantissime volte, ma voglio bene solo a Giulia, anche se a volte mi fa incazzare, perché è una testa dura, vuole avere sempre ragione lei!

Maurizio ormai era abituato alle continue interferenze dell’amico ed aveva deciso di non dar loro seguito, anche se doveva riconoscere che alcune volte le sue stravaganti osservazioni gli avevano offerto il destro per approfondimenti non disdicevoli.  

È una cosa che avviene all’improvviso, continuò dunque, e può avvenire in qualsiasi fase della nostra vita, da bambini, fino all’età senile, anzi vorrei dire che è più facile che avvenga in questi due momenti della vita, in cui alcune facoltà sono più acuite, che non nell’età matura, perché i bambini e i vecchi sono più genuini e più teneri di cuore.

Stai parlando proprio come un vecchio, interferì di nuovo Pancrazio, da qualche tempo stai sempre dalla parte dei vecchi.

Forse è vero quello che dici, sta di fatto che è proprio in quella età che si capisce quello che è veramente importante e quello che è futile ed inutile. Come fa in mare, il marinaio che si trova ad affrontare una tempesta che può costargli la vita e getta fuori bordo la zavorra, conservando solo l’indispensabile alla sopravvivenza.

Io comunque, in questa mia veste, non ho età, vorrei essere per voi un archetipo, che parla come se avesse sommato tutte le esperienze che normalmente si fanno in una vita.

Anche mio nonno, a Colleminuccio, si vestiva sempre nello stesso modo, tanto che alcune volte, pensavo che forse non si spogliava mai. La notazione di Pancrazio.

Qualcuno ha detto, si intromise Oreste, che innamorarsi è sacro. Secondo te, cosa vuol dire?

Sacro è un termine ampiamente abusato nel nostro modo di parlare. Come tu sai, rispose Maurizio, esso indica, in senso tecnico, ciò che riguarda la religione, ma in senso più ampio e nel linguaggio comune, viene usato per indicare determinate cose a cui attribuiamo un valore particolare, anche se fuori dall’ambito religioso, per esempio quando diciamo che è sacro l’amore di patria, o parliamo di sacrosanto dritto, ecc.

Annoverare l’innamoramento fra le cose sacre, vuol dire attribuire a questo sentimento, che è il più radicato nella nostra natura, un valore che trascende l’umano e si avvicina al divino, anche qui, però, intendendo per divino un qualcosa di generico, che sta fuori di noi.  

Di questo passo, obiettò Silvana, finiremo col parlare del sesso degli angeli, o della coda del diavolo, dimendicandoci  di dire cosa sia innamorarsi.  

Vuoi dire che parleremo proprio del contrario? Azzardò Pancrazio. Gli angeli, lo sappiamo, non hanno sesso e quindi non possono fare l’amore, il diavolo ci mette la coda e manda sempre a carte quarantotto tutto quello che facciamo, allora, rivolto a Maurizio, me lo dici che cazzo stiamo a fare, qui, questa mattina?

Silvana, salvaci tu, impietrò Maurizio, rivolto all’unica donna presente, che mostrava di gradire molto il discorso sull’amore.

Innamorarsi, cominciò a dire Silvana, con occhi sognanti e sguardo trasognato, è…e si guardò intorno, smarrita, in cerca di un suggerimento, in assenza di sue parole appropriate che potessero esprimere quello che sentiva dentro.

Meno male! Se ne uscì Pancrazio, neanche lei lo sa! Credevo di essere l’unico!      

 

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