IL CAMBIAMENTO

 

                                                                           

Non volevamo il cambiamento? Chiese Maurizio, piantato davanti alla vetrina del bar, a gambe larghe, le braccia allacciate dietro la schiena, mentre scrutava il cielo ancora minaccioso, quasi a volerne indovinare le intenzioni; e il cambiamento è avvenuto.

L’equinozio si è presentato con il volto feroce, quasi a cancellare ogni residua aspirazione al caldo,  come se l’estate non dovesse mai finire. E, invece, è intervenuto lui, l’equinozio in persona, a tagliare la coda all’estate e troncare i sogni di perennità di molti gaudenti, bagnanti ed escursionisti, eroi delle vacanze permanenti.

Occasionalmente, erano tutti lì, quella mattina, quasi per appuntamento, o convocazione, gli accoliti del Circolo che, udendo le parole del capo, alzarono lo sguardo verso l’alto e ristettero silenziosi, in attesa forse di una profezia.  

Eccolo è là, che passa, lo vedete anche voi? disse allora con voce profetica, da cabalista, Maurizio, guida e stimolatore di quel gruppo di disperati, in cerca dell’araba fenice, ormai introvabile, perché vittima della Fata Morgana.

Sono le ore 8 e 50 esatte, l’ora del passaggio dell’equinozio, nel nostro emisfero boreale.

Pancrazio fu l’unico ad alzarsi ed avvicinarsi al Maestro, guardandolo, dal basso in alto, ansiosamente.

Tu lo vedi? Gli chiese, distogliendo un attimo lo sguardo dalla strada, per posarlo su di lui.

Sì, lo vedo, rispose Pancrazio e gli mise una mano sulla fronte, a controllargli la temperatura, stai bene? Gli chiese, mi sa che hai le traveggole!

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