L'INESORABILE TEMPO

 

                                                                           

Capita a volte di essere in sintonia tra spiriti diversi su uno stesso tema che tutti ci coinvolge: questa volta è il tempo.

Lucio ne rileva la caducità, parlando di un agosto declinante, Wolters, con felice intuizione di sapore lapalissiano, ci ricorda che la vita dura quanto una vita, Giulietta, in una sua delicata e gradita notazione, cita il tempo che passa. E qui siamo al centro del problema.

Tempo che fugge, tempo che resta. Il tempo è come un fiume, l’acqua che scorre sotto i ponti, non è mai la stessa. La clessidra è il simbolo della nostra “impermanenza”, termine che piace molto a Lucio, ma non solo.

Il tempo è nostro amico, generoso galantuomo, che farà giustizia dei torti ricevuti: basta aspettare sulla riva di quel fiume per veder passare…tutto quello che non ci va.

Ma il tempo è anche tiranno: non si fanno sconti agli anni che passano.

Le ore sono la nostra catena: un lugubre detto latino (e dàglie co’ stò latino! Ha detto Pancrazio), recita: omnia ferunt, ultima necat.

Per questo il tempo è inesorabile, insensibile alle nostre preghiere, non si commuove di fronte ai nostri desideri: è imperturbabile, E’ anche impermeabile alla pietà, non ha cuore. Ma quel che è peggio, è ineluttabile, non si può sfuggire ad esso. In una parola, inarrestabile, con tutto quello che di positivo e di negativo, in questo continuo divenire, possa esserci.

Auguro un ottimo agosto e, perché no, anche settembre e a seguire, a tutti, soci, o comunque amici di quel fatidico e fatiscente Circolo, sedicente dell’Abecedario, concluse Maurizio, dalla terrazza della “Battana”, mentre Pancrazio ingoiava il secondo di quei cornetti odorosi di crema fragrante, appena giunti dal forno, in procinto di fare il primo bagno in mare, in quel giorno dell’incipiente Agosto.     

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