CRONO, IL TITANO

 

                                                                   

Lucio/46, (ma me lo sai dire che significa ’sto 46? Chiese Pancrazio, soffermandosi un attimo sul punto di domanda) e continuò, ha parlato di un certo Kronos che ha rubato le valigie ad un povero diavolo che doveva prendere il treno e, senza le valigie, non è potuto partire. Immagino sia andato dai carabinieri a sporgere denuncia. Ma tu mi sai dire chi sarebbe questo Kronos ladro di valigie? Secondo me se l’è inventato lui.

Purtroppo non è così; è stato inventato, senza le valigie, dai greci moltissimo tempo fa, prima che gli dei occupassero l’Olimpo. Allora il mondo era governato dai Titani, ognuno per una sfera di competenza; Kronos era uno di essi.

Nella nostra confusa conoscenza della mitologia greca, all’origine del mondo, c’erano Urano, signore del Cielo e Gea, signora della Terra, che unendosi generarono tutti gli altri Titani.  Senonché Urano, generava questi figli, ma impediva che essi nascessero, costringendoli a rimanere nel ventre capiente della madre Terra. L’ultimo, Crono, però fu fatto nascere dalla madre che andò a partorirlo in un’isola lontana dagli occhi del marito e, quando divenne grande, attese che il padre si stendesse di nuovo sul corpo della madre e, in quella posizione, lo evirò, privandolo del suo potere e lo spodestò, prendendo il suo posto.

Crono, per i greci Kronos, per i latini Saturno, era il Titano signore della Fertilità, del Tempo e dell’Agricoltura. Crono, però, come il padre, non voleva che i suoi figli crescessero, quindi li divorava appena partoriti da sua moglie Rea, che era anche sua sorella.

Forse è in questa sua particolare attitudine, di ingoiare ciò che più avrebbe dovuto proteggere, che si trova una spiegazione del perché il tempo, venga rappresentato da sempre come un mostro divoratore di tutti gli eventi che esso stesso produce.

Crono ebbe la sventura di avere tra i suoi figli, uno che si chiamava Zeus, che fu la sua rovina.

Anche Zeus, come suo padre, nacque per un trucco della madre, che consegnò al marito, come figlio appena partorito, una pietra, che Crono ingoiò tranquillamente, cosa, questa, che potrebbe simboleggiare il fatto che il tempo non distingue cosa da cosa, nella sua furia divoratrice.

Questo figlio malnato crebbe ed uccise suo padre Crono, facendogli vomitare la pietra e gli altri figli da lui divorati.

Questa cosa potrebbe simboleggiare che Zeus, uccidendo suo padre, signore del tempo, liberò il tempo, divenendone a sua volta signore?

Questa è una tua illazione, contestò Pancrazio, che aveva seguito tutto il racconto con estremo interesse.

Io voglio fatti, non invenzioni!

Ma in tutto ciò, non mi hai detto, piuttosto, la cosa principale: dove ‘sto cazzo di Kronos portò le valigie del povero viaggiatore derubato. Magari gli erano servite per nascondere gli attributi tagliati a suo padre, che essendo attributi di un Titano, dovevano essere particolarmente grandi.

Di grande, qui c’è solo una cosa, ma non posso dirti di che si tratta.

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