EFFIMERO

 

                                                                               

Uno dice “effimero” e subito si pensa al vulcano. Le bocche effimere dei vulcani in eruzione. Ma “effimero” è un termine di portata amplissima.

Quella mattina, in riva al mare, Maurizio aveva un aspetto sognante: forse non era ancora del tutto sveglio.

Deriva dal greco “epì” sotto e “emera” giorno e significa letteralmente che dura un  giorno.

Come aggettivo, vuol dire, “di breve durata”, come sostantivo, assume il tono fatalistico del tempo presente, nel suo momento transeunte e caduco. Viviamo sotto l’egida dell’effimero. L’effimero è presente dappertutto. Rappresenta la condizione vera della nostra esistenza.

Anche il mare è “effimero”? chiese ingenuamente Pancrazio, che di fronte allo spettacolo che aveva davanti, non riusciva a contenere il proprio entusiasmo e non accettava quella intonazione del maestro, a suo parere, troppo pessimistica.

Maurizio lo guardò a lungo, incerto su cosa rispondere, non avendo ben chiara l’idea di quello che avrebbe voluto dire.

Vedi Pancrazio, cominciò a dire e volse lo sguardo da lui, al mare, là, in fondo, verso l’orizzonte, dove il sole, ormai alto, aveva creato una scia luminosa di riflessi, di una intensità quasi irresistibile all’occhio umano, il mare, la terra, il cielo, sono una piccola parte dell’Universo, la Terra stessa, è una briciola di materia del tutto insignificante rispetto al Tutto che non conosciamo: a noi sembrano tanto immensi e sempre uguali, in realtà anch’essi partecipano al processo inesorabile del divenire.

Anch’essi sono effimeri, cambia solo la maniera in cui noi percepiamo il trascorrere del tempo, che sul nostro pianeta è scandito dal sorgere del sole, ma anche questa è un’illusione.

La nostra vita a noi pare lunga, o breve, a seconda dei diversi punti di vista, ma comunque si conta in anni, decenni e ci sono anche i centenari. La vita di alcuni insetti dura appena un giorno, così pure alcuni fiori, che esauriscono il tempo della loro fioritura in poche ore, dopo di che appassiscono.

Tu credi che la loro esistenza, vista dall’interno, dalla parte cioè di quegli insetti, o di quei fiori, sia veramente così breve come appare a noi? O forse meno importante? La loro vita trascurabile, la nostra da tenere sacra? Vista dall’alto delle costellazioni più remote, non ancora raggiunte dal raggio dei nostri pur potentissimi telescopi, e dalla profondità del tempo, dagli inizi, fino alla fine che non possiamo immaginare,  la nostra vita è anche inferiore a quella degli insetti che noi chiamiamo “effimeri”.

Cazzo, Maurì, sbottò a questo punto Pancrazio, tu oggi hai deciso proprio di rovinarmi la giornata! Se tutto è effimero, destinato a finire, allora voglio correre a viverla, questa vita, fino in fondo, così che alla fine, io possa arrivare al traguardo prima che il tempo finisca e godermi l’arrivo in tribuna, come si dice.

Scese di corsa la scaletta che portava al tratto di spiaggia assegnato alla “Battana” e si tuffò in mare a capofitto, ma, siccome il livello dell’acqua, a quel punto era molto basso, diede una gran panciata sulla sabbia, che lo fece grugnire dolorosamente, ma non si arrese, carponi, guadagnò il largo, sperando di essere sfuggito allo sguardo ironico dei soliti curiosi. Quando fu sufficientemente lontano, si girò sul dorso e guardò sulla veranda dello stabilimento: Maurizio sembrava assorto a contemplare mondi invisibili.

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