SIMULTANEO E CONCOMITANTE

 

   

Premessa                                                  

Uno racconta una barzelletta, così, tanto per far ridere e si ritrova un pistolotto di quelli, madonna mia! stava dicendo Pancrazio, un altro po’ mi faceva passare per cornuto…  

Ma chi? Gli chiese Sebastiano.

E chi, sennò? Maurizio, con quella storia del SIMULTANEO E CONCOMITANTE, che ha anche messo sullo Zibaldino, dove, a parer mio, ha davvero esagerato, cercando di cavar sangue dalle pietre; si può dire che il cornuto è concomitante e il cornificatore simultaneo? E poi il figlio che c’entra, che sarebbe contemporaneamente cornuto e figlio di puttana?  

Bisogna avere rispetto delle mogli, che non sono tutte uguali e dei figli, che in ogni caso sono innocenti;

che sia ben chiaro, però, si trattava solo di un esempio!

Testo                                                

Papà, mi dici il significato della parola “contemporaneamente”?

Il padre, dopo averci pensato alquanto, non seppe trovare una definizione per far capire al figlio il significato di quella parola e, allora, fece ricorso ad un esempio:

Metti il caso, gli disse, che io, tornando a casa, trovi tua madre a letto con un altro uomo, allora, da quel momento, io sarei un cornuto e, contemporaneamente, tu saresti un figlio di puttana.

Finito di raccontare questa barzelletta, Pancrazio si sbellicava dalle risa, mente tutti gli altri tacevano compunti.

‘Mbè, cos’è? Chiese fra le lacrime, non l’avete capita? Io sarei…e contemporaneamente…capito? Non vi sembra divertente?

Senti, Pancrazio, gli disse alfine Maurizio in tono paternalistico e rompendo il gelo che si era creato nel locale, con gli avverbi di tempo, non si scherza. E nemmeno con gli aggettivi.

Un’altra volta la morale? Guarda che nell’ipotesi, il cornuto sarei io e dio solo sa se faccio torto a mia moglie che è una santa donna. Fu la risposta piccata dell’amico.

Il senso della contemporaneità può essere dato, prese a dire il Maestro, in vario modo, come vi spiegherò.

Sì, ma quello di essere cornuto è solo uno, insistette l’uomo, che non capiva lo scandalo che, secondo lui, la sua barzelletta, avrebbe creato. Per riguardo a mio figlio? Ma io non ho un figlio; per fortuna ho solo una figlia, sulla quale non avanzerei mai alcun dubbio.

Non si tratta di questo, incalzò Maurizio, si tratta di capire l’essenza delle cose e qui è importante capire che, con vari termini, si può dare conto delle diverse sfumature che possono insorgere intorno al concetto di contemporaneità.

Esaminiamo per esempio alcuni termini che possono darci il senso di questo concetto con piccole varianti: simultaneo, concomitante, o contestuale.

Hanno il significato di cose che avvengono nello stesso tempo. Però:

Simultaneo viene dal latino “simul” che vuol dire “insieme”, quindi il suo senso specifico è dato dal fatto che le due cose accadono mentre sono insieme.

Concomitante deriva dal latino “concomitans”, participio presente del verbo “concomitari”, che  significa “accompagnare” e, pertanto, l’elemento al quale si dà risalto è quello dell’accompagnamento dell’evento, nel sua svolgersi.

Contestuale ci riporta al “contesto”, parola molto usata, specie in politica, per indicare l’insieme di eventi, dichiarazioni, comportamenti, di cui bisogna tener conto nella interpretazione di un singolo fatto, che sia un evento, una dichiarazione o altro, che avvenga nella stessa circostanza, sfuggendo alla tentazione di ricorrere ad una interpretazione capziosa, a fini strumentali, estrapolandolo dalla matrice da cui parte.

Da ciò deriva il fatto che il simultaneo è anche istantaneo, cioè si svolge entro un tempo breve, quindi è “momentaneo”, mentre il concomitante, dovendo accompagnare l’evento lungo il suo percorso, non può essere molto breve, né tampoco istantaneo o momentaneo. Il contestuale, invece esprime l’esigenza di osservare il fatto tenendo conto della situazione entro la quale avviene. Pertanto è anche simultaneo, concomitante, contemporaneo.

E che vuol dire? Chiese imbronciato Pancrazio.

Vuol dire, rispose pacatamente Maurizio che nel caso della storiella che ci hai raccontato e non ci ha fatto ridere, abbiamo riscontrato due cose: la prima è che siamo di fronte a due eventi, il rientro intempestivo del marito e la scoperta di quanto già avvenuto, fra la donna e l’altro uomo, la seconda è che i due eventi non sono necessariamente concomitanti, mentre è senz’altro simultaneo ciò che ne deriva, la presa di coscienza del marito del fatto avvenuto e della diversa conseguenza nei confronti suoi e di suo figlio.

Vogliamo parlare pure di contesto? Meglio di no: sarebbe troppo squallido, per la donna, il marito e il loro figlio. E il secondo uomo? Quello scoperto fra le lenzuola non più immacolate del talamo? Nella confusione generale “cielo, mio marito!”, “chi è il cornuto e chi il figlio di buona donna”, se l’è filata bel bello, sgusciando da quelle e, riafferrati i suoi pantaloni e quant’altro, ha imboccato la porta d’ingresso e si è dileguato nel nulla.

Alla faccia del mascalzone! imprecò Pancrazio, togliendo parzialmente il broncio che aveva messo per l’intervento, a suo parere poco riguardoso, di Maurizio, nei suoi riguardi, a proposito della barzelletta da lui proposta per ridere, non certo per provocare quel suo (di Maurizio) sproloquio.

Meno male che era solo un esempio, esclamò, infine, con un certo sollievo, per l’avvenire mi ricorderò di guardarmi bene le spalle, prima di cominciare a raccontare barzellette!      

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