LA MORTE DI SILVIO

 

                                                                   

Assisteremo alla beatificazione di Berlusconi? La notizia della sua morte ci ha colpito come un fulmine a ciel sereno, immediato, accecante e irreparabile.

La morte di ogni uomo mi diminuisce, ha detto uno scrittore che a suo tempo ha riscosso molto successo, attualmente, oscurato un poco dal tempo, perché io sono parte dell’umanità.

Si tratta di un’asserzione senz’altro vera e, se vogliamo scontata, ma senza dubbio un’iperbole, di quelle tanto amate dai collezionisti di aforismi, apologhi, o altre figure retoriche, belle parole piene di senso astratto, che si perde quando si scende nello specifico.

Se fosse così, dovremmo dolerci della morte di ogni povero cristo sconosciuto che muore, sulla faccia della terra, ogni minuto. Così come dovremmo compiacerci di ogni nuova nascita sconosciuta.

Perciò, nel caso della morte di un uomo, come Silvio Berlusconi, grande nel bene e nel male, non mi chiederei se ci sentiamo diminuiti, o sollevati. Ma, questo sì, se si tratta della fine di un’epoca. Con lui è un pezzo della nostra storia patria più contrastata che se ne va.

Non mi sembra questo il tempo di trovagli un posto nei libri di storia, una collocazione definitiva; a ciò penserà il tempo, quando si sarà formato un giudizio meditato, una volta placata l’ondata emotiva e depositata la polvere sollevata dalla sua ascesa e caduta.

Perché egli è stato molte cose. Lasciando da parte i suoi meriti e demeriti eventualmente accumulati dalla sua molteplice attività, occupiamoci soltanto della sua scomparsa, come evento che segnerà una svolta nella nostra vita.

Silvio, come lo chiamavano affettuosamente i suoi sostenitori, specialmente quelli di estrazione più umile, che vedevano in lui un benefattore, fino alla fine si è battuto, come un leone, contro un male che diceva di avere sconfitto, ma che dan ultimo, ha avuto la meglio. Qui, ora, non si tratta di dire belle parole, ma, semplicemente di prendere atto di quanto accaduto, con rispetto e commozione, per la sua vicenda umana, senza recriminazioni, né apologismi.

Alti si leveranno i peana dei suoi amati fans ed ammiratori, mentre, da parte degli oppositori, si continuerà a denunciare i guasti prodotti dalla sua politica, nei lunghi anni di esercizio del potere.

Certo vi saranno celebrazioni, funerali di Stato, esaltazioni per le sue gesta, ma voglio vedere se ci sarà l’asino che tirerà per primo un calcio al leone defunto. Non parlo di quelli che lo hanno sempre osteggiato, ma degli amici alleati che ne hanno subito la supremazia ed ora si sentiranno liberati da un peso ingombrante.

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