SACRO

 

                                                                            

Il concetto di sacro non è necessariamente legato a ciò che attiene alla divinità, anche se, nel comune sentire, molto spesso esso lo è.

Il sacro, in sé, non è definibile, se non in contrapposizione con il profano, che rappresenta tutto ciò che non è sacro. Sembra una tautologia, o un gioco al rimpiattino, ma così non è, anche perché questo è un tema di grande spessore, che è sempre bene prendere con le molle.

La parola “profano” deriva dal latino ed è composta dal prefisso “pro” che vuol dire “davanti” e dal lemma “fanum”, che è il tempio, il luogo sacro per eccellenza. Quindi il suo significato originario è “ciò che sta fuori del Tempio”, cioè fuori del recinto sacro.

Per converso, dunque, il sacro è ciò che è separato da tutto quello che è fuori dal Tempio (rappresentato dal mondo dei comuni mortali), che, per i suoi caratteri di eccezionalità, viene tenuto a parte, custodito nel Tempio, protetto e aggiungiamo, venerato. Qui subentra il concetto di sacralità come attributo della divinità.

Ma la sacralità, nella sua forma originaria, di cosa separata dal mondo, può dipendere da altri fattori e condizioni, non legati alla dipendenza religiosa, quali l’antichità di una tradizione, la ritualità di gesti e cerimonie, la celebrazione di ricorrenze fondanti di una comunità, ecc.

Abbiamo assistito di recente alla elaborata e sontuosa cerimonia dell’incoronazione di Re Carlo III d’Inghilterra, con stupore e senso di riverenza, per un’istituzione, la corona britannica, vecchia di secoli e anche se la rappresentazione fornita può apparire, in pieno ventunesimo secolo, inattuale e, secondo alcuni, ridicola, non si può negare che essa ci abbia dato il senso del sacro e non soltanto perché formalmente, detta incoronazione è avvenuta per le mani del più alto prelato della Chiesa Anglicana, né perché il re d’Inghilterra detiene il titolo di capo della Chiesa stessa, ma proprio per l’antichità del rituale sfoggiato nelle sue forme più esteriori e, nello stesso tempo, eccezionali e solenni.

Nella sua accezione più diffusa, il sacro è principio fondamentale di ogni credenza religiosa e non v’è fede sparsa per il mondo, che non fondi la propria credibilità e la propria autorevolezza, sul concetto tanto misterioso ed affascinante, per la sua evanescenza, del sacro. La sacralità, poi, si estende anche agli oggetti e alle persone che vi entrano in contatto: paramenti sacri, Santo Padre, arte sacra, terreno consacrato, ma anche sacro suolo della Patria, ecc.  

Nel senso più generale, rientrano nell’ampio cerchio del sacro, sempre inteso come qualcosa di separato, che è dentro il recinto, tutto quanto ci è più caro e a cui riserviamo un posto particolare dentro il nostro cuore.   

 

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Oggi sullo Zibaldino www.aielli.org si è volato alto: le cronache parlano di un Maurizio che si è diffuso sul tema del SACRO e di un Pancrazio che si è bevuta ogni sua parola, poi, dopo aver ascoltato attentamente,  è stato colto da un dubbio:

Se gli abiti del prete sono sacri, anche le sue mutande lo sono? Aveva chiesto  perplesso ad un uditorio esterrefatto (non per la paura,  ma solo per lo sbigottimento dei quattro gatti addormentati).

Ma Pancrazio, che cazzo dici? Gli obiettò stancamente Sebastiano.

Ho il sacrosanto diritto di dire quello che penso! Rispose inviperito il dubbioso Pancrazio.

Maurizio, nel frattempo aveva raggiunto il bancone del bar ed aveva chiesto a Silvana di fargli un caffè.

Ho anch’io il sacrosanto diritto di astrarmi per un po’, disse, altrimenti divento pazzo!

 

 

Commenti

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  2. Chiedo venia, l'argomento è estremamente prolisso ma interessante;

    https://www.pedagogia.it/blog/2016/07/13/sacralita-e-potere/

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