ESORCIZZARE LA MORTE

 

                                                               

Però una cosa non mi è piaciuta del discorso di Maurizio sulla morte, quando ha parlato di topi. I sorci che c’entrano con la morte? Non è già abbastanza brutta, la morte, che ci dobbiamo mettere di mezzo anche i topi? Disse Pancrazio, piuttosto contrito.

Perché, che ha detto? Gli chiese Sebastiano, incredulo.

Ha detto “sorcizzare la morte”, non l’hai sentito? Come se la morte si potesse rassomigliare ad un topo che rosicchia, che cosa? la vita?

Ma no, insorse Oreste, che, a poca distanza, sfogliava distrattamente un giornale, ma tendeva l’orecchio alla conversazione che si stava svolgendo tra i due amici, Non si tratta di rassomiglianza, anzi, è tutt’altro!  si fece avanti, con una luce negli occhi, come avesse avuto un’improvvisa illuminazione, precisando: per notare le rassomiglianze, due cose debbono essere avvicinate, qui, invece, non si tratta di un avvicinamento, ma di un allontanamento. Maurizio ha detto “esorcizzare la morte”, che vuol dire allontanare, cacciare indietro il pensiero della morte, come fa il prete esorcista, quando con le sue pratiche, cerca di cacciare il diavolo dal corpo dell’impossessato. In senso più generale, “esorcizzare” significa scacciare i cattivi pensieri, le forze maligne, tutto quanto fa paura.

Se è così, allora, lo posso capire, riprese Pancrazio; c’è mia moglie che ha una paura tremenda dei topi, quando ne vede uno, scappa via, o sale su una sedia. Ma voi pensate che i topi possano fare paura più della morte? A me sembra improbabile.

Ho letto di recente, si intromise Silvana, sorvolando su quanto sentito da ultimo, che, noi cristiani abbiamo paura della morte per il fatto che non abbiamo interiorizzato la cultura dei greci, che, per definire l’uomo avevano due parole che significavano entrambe “essere mortale”, tanto era connaturato in loro, il concetto della morte.  Per i cristiani, invece l’idea di un’altra vita, oltre quella terrena e della resurrezione dei corpi, ha fatto perdere il senso di vicinanza che si dovrebbe avere con un concetto così naturale come quello della morte fisica  e della scomparsa totale.

Dello stesso autore so, affermò Oreste, che ha detto anche: noi non moriamo perché ci ammaliamo, ma ci ammaliamo perché dobbiamo morire.  

A questo punto, preferisco pensare ai topi che di notte ballano in soffitta, mentre noi dormiamo. Per me la vita deve prevalere sulla morte. Punto. Sentenziò Pancrazio.

 

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