PERVICACE

 

                                                                                       
 

Una piccola lezione di lingua e di storia, annunciò Maurizio a Pancrazio e Sebastiano, seduti davanti a lui, in un atteggiamento abbastanza insolito di due bravi scolaretti che ascoltavano assorti, mentre Silvana attendeva ai compiti più umili dietro al bancone, lavando ed asciugando tazze e bicchieri.

Pervicace è una parola che dà il senso dell’ostinatezza, della volontà di rimanere fedele ad un modo di pensare, anche sbagliato, a cui per motivi vari, (attaccamento familiare, o altro), non si vuole rinunciare.

Viene dal latino “Per”, che indica appunto l’accanimento, più “vincere” che significa, “vincere totalmente”.

C’è, quindi, in questa costanza, la volontà di una vittoria finale, cioè, una rivincita, una riscossa, che viene dopo una sconfitta.

L’esempio calzante ci viene dalla storia più recente della nostra vita politica. Il fascismo, male assoluto, che gli italiani avevano ripudiato con una guerra di liberazione, sconfitto e isolato nei recessi bui della memoria collettiva, ha conservato pervicaci sostenitori che, a dispetto di ogni verità storica, ancora persistono nel ritenere ingiusta la loro estromissione dall’ambito del potere politico e sono in cerca di un ribaltamento della narrazione che finora si è fatta dei tristi eventi di quel periodo nefasto.  

Purtroppo, per il noto processo dei corsi e ricorsi storici, si è verificato, nel nostro Paese che alcuni valori, una volta ritenuti inossidabili, si siano affievoliti nella coscienza soprattutto dei giovani, fino al punto che, alle recenti consultazioni elettorali, i pervicaci nostalgici abbiano avuto il sopravvento ed ora occupano, con larga maggioranza, i posti di comando ed intendono invertire il corso della storia, scalzando alle radici i presupposti della nostra Costituzione, che è nata sotto l’egida dell’antifascismo, mentre “loro”, che dicono di non essere fascisti, non hanno, però la forza di affermare di essere antifascisti.    

Ce la possiamo fare, ha detto Giorgia Meloni, dopo la sua vittoria elettorale in Italia, al convegno di un partito di estrema destra spagnolo, che celebrava i fasti del più nero periodo della storia di quel Paese, non siamo dei mostri.

Non siamo più dei mostri, questo è l’assunto di queste persone, il fascismo non è più vietato, possiamo tornare ad essere quello che eravamo prima.

Pervicace è come pertinace, che deriva sempre dal “per” intensivo, più “teneo”, tengo (duro) e indica la volontà di restare fermo ostinatamente sulle proprie posizioni, ad ogni costo.

Ben altra cosa, è, invece, “Perspicace”, che apre uno squarcio sul futuro e lascia ben sperare, in quanto, dal latino “per” più “spicere”, che significa “vedere dentro”, o, meglio, guardare oltre, ci dà modo di pensare a quello che potrà avvenire, nel prossimo futuro, con il risveglio delle coscienze, sperando nelle “magnifiche sorti e progressive” (Leopardi), della nostra società.   

 

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