PERNICIOSO

 

                                                                         

Forse non sono più fascisti, come dicono, ma pensano come fascisti e proprio non riescono a definirsi antifascisti, sono ancora attaccati a brandelli di quel che rimane dell’ideologia fascista, il sogno romantico di un nuovo Risorgimento, come fu propagandato a suo tempo, sul nascere di quella pianta perniciosa (1), che poi è stato il fascismo.

Con un attaccamento pervicace, del tutto antistorico, che ancora ci porta, a quasi ottanta anni dalla caduta del fascismo, a parlare dei guasti che a suo tempo si crearono, tra quelli che decisero di rimanere da una parte, quella della dittatura, che aveva portato il nostro Paese alla rovina e quelli che combatterono per la libertà e l’indipendenza dalla dominazione nazista.

Con il proposito, non di arrivare ad un superamento, una volta per tutte, di questa dicotomia, che ebbe come conseguenza una lotta fratricida, ma di riportare l’orologio della storia indietro di un secolo, per cancellare tutte le conquiste che in questo lungo percorso di fondazione ed adeguamento della democrazia, si sono fatte in campo politico e sociale, di sviluppo, progresso e modernizzazione, dei costumi e delle coscienze.    

Questa destra, tornata al potere per (de)merito della memoria corta degli italiani, oggi vuole invertire la rotta con una operazione di camuffamento, facendo apparire come avvenuta una pacificazione ancora di là da venire, con la partecipazione, solo formale e ob-torto collo, alle manifestazioni pubbliche per la ricorrenza della Festa della Liberazione, portando nel cuore un proposito di restaurazione senza precedenti, quest’anno in cui, per la prima volta, ci troviamo a festeggiare il 25 aprile e fra pochi giorni il 1° Maggio, con un Esecutivo tutto di destra, con a capo una donna, risoluta, determinata, ma limitata, in compagnia di alleati inaffidabili e uniti solo dalla volontà di non cedere il potere, a tutti i costi.

 

1)     “Pernicioso”, intervenne subito Maurizio, dal latino “perniciosus”, deriva da “pernicies”, che vuol dire “danno”, “rovina”, “catastrofe”.

Detto lemma, contiene la radice “dex”, che vuol dire “morte”.

Richiama per caso la M di Mussolini, o quella del Memento Audere Semper  (MAS) di Junio Valerio Borghese (mutuata da D’Annunzio)? L’ideologia della bella morte, come pegno per la fedeltà all’Idea (non importa quanto errata e bocciata dalla storia, essa sia), fa parte dell’armamentario ideologico fascista.

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