FINALMENTE MARZO
Marzo è arrivato; ora ci attendiamo grandi cose.
Come il governo Meloni.
Per vivere, noi, umani, abbiamo bisogno di cambiare. Siamo così pervicacemente attaccati alle nostre tradizioni, che chiediamo in continuazione, un totale cambiamento.
Il cambiamento non è necessariamente un progresso. Si può cambiare anche tornando indietro.
Si può cambiare stagione; ma è un normale avvicendamento delle varie fasi stagionali. La primavera arriva ogni anno e non è mai la stessa. Il cambiamento è nelle cose.
Si può cambiare governo, ma qui il discorso è diverso: cerchiamo il nuovo e ritroviamo il vecchio. In fondo nell’animo degli italiani, la ferita inferta dal regime fascista, non si è mai rimarginata e rimane sempre un equivoco: stavamo meglio, quando stavamo peggio?
Marzo, ieri, al suo ingresso ci ha dato un piccolo assaggio di sole, alcune ore di splendore nelle ore centrali della giornata, un segnale, ma sappiamo che dobbiamo ancora aspettare per la primavera.
Il nuovo governo, finora, non ha dato che segnali negativi: tutti d’accordo che il fascismo è morto e non tornerà più, però tutti parlano con il linguaggio di quando c’era; e suona nuovo, come nuovo è l’abito che si è voluto dare il maggior partito di opposizione, quel PD del quale non sappiano neanche se conserverà lo stesso nome. Con l’elezione di un segretario donna, giovane, disinibita, gli elettori del PD hanno rovesciato il detto che sia meglio scegliere l’usato sicuro, nel caso nostro il buon Bonaccini.
Tigre contro tigre, la Schlein sulla deriva della Meloni, sarà una tenzone tra donne. Le donne che ormai stanno conquistando nel mondo le leve del potere, politico, culturale e giuridico: è di ieri la notizia della elezione, al vertice del potere giudiziario di una donna. Per la prima volta nella storia del nostro Paese, come anche è stato per la Meloni e la Schlein, ognuna nel proprio campo.
Il Mondo in mano alle donne.
Che sia la volta buona?
Marzo è solo all’inizio e non sappiamo cosa farà nei prossimi 29 giorni.
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