DOMENICA DELLE PALME

 

                                                                        

Sebastiano, dammi un caffè veloce-veloce. Disse Pancrazio, appena entrato nel locale dove gli altri erano già riuniti.

Come mai, tanta fretta? Gli chiese l’amico al bancone.

Oggi è un giorno speciale e non ho tempo da perdere con voi.

Alla faccia della gentilezza, lo apostrofò dal tavolino più vicino, Oreste, non hai tempo da perdere con noi! E cosa devi fare di tanto importante?

Non sarei tenuto a dirvelo, ma tanto che ci tenete, vi informo che a Colleminuccio si è costituito un comitato per la celebrazione della Domenica delle Palme e il parroco del paese ha pensato a me per un compito molto importante.

Sentiamo-sentiamo, interloquì Silvana, la cosa comincia a diventare interessante: cosa ti ha detto di fare?

Siccome ho finito da poco a potare le piante di ulivo e con le potature ho fatto un bel mucchio, che poi utilizzeremo per accendere il fuoco nel camino, il parroco, che in passato è stato mio nemico, in quanto ha proibito a mia moglie di aprire un negozio di intimo femminile di fronte alla canonica, per fare pace, mi ha offerto l’occasione di fornire a tutto il paese un ramoscello di ulivo che lui, poi, il parroco, penserà a benedire domenica prossima per la ricorrenza della festa delle palme, durante la solenne cerimonia che si terrà in piazza, con la partecipazione del comitato promotore e di tutti gli abitanti del posto.     

Cazzo! Sbottò Maurizio, contravvenendo a tutte le regole della buona educazione che si era imposto di rispettare; e per questo, lasci noi, da soli, senza nemmeno invitarci?

Veramente avevo pensato a voi, per chiedervi di darci una mano, a me, Giulia ed Evelina a preparare dei bei rametti con un nastro e un fogliettino di auguri, che avresti dovuto fare tu e con il dito indice, insegnò Maurizio, ma poi ci ho ripensato.

E, perché, scusa ci hai ripensato? Gli chiese burbero Sebastiano, non ti sembriamo abbastanza affidabili?

No, perché il prete non vuole che i rametti che lui deve benedire, siano confezionati da miscredenti come voi.

Alla faccia! Proruppe un intruso che dal bancone si era avvicinato al tavolo.

Tutti i volti si rivolsero verso di lui, senza parlare, seguì un momento di silenzio imbarazzato, poi Pancrazio esplose: tu stai zitto, perché non sei della partita! Quanto a noi ed indicò uno per uno gli astanti, in circolo intorno al tavolo, al diavolo il parroco! Apostrofò. Verrete a casa mia e nessuno vi vedrà, ma tu, Maurì, mi devi preparare trecento bigliettini, con su scritto qualcosa di carino, da allegare alle palme, da regalare a ciascuno dei trecento abitanti del paese. Non ti preoccupare, se non ce la fai, verrò io a darti una mano!  

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