ARABESCO

 

ARABESCO
Arabesco nella lingua italiana è contemporaneamente sostantivo ed aggettivo e significa 'alla maniera degli arabi'. Può essere un ghirigoro, uno svolazzo, oppure una figura geometrica fitta di linee e particolari preziosi. Queste due caratteristiche, libera fantasia e rigore geometrico, sembrano inconciliabili eppure convivono. Si tratta in ogni caso di un ornamento, un decoro. Che può essere cangiante e può scomparire da un momento all'altro, come un miraggio.
Arabescato, come aggettivo vuol dire fregiato con arabeschi, come sostantivo si dice per lo più di un tipo di marmo pregiato caratterizzato da venature ramificate come arabeschi.
Questa doppia natura che noi attribuiamo alle cose orientali, come il famoso sorriso levantino che non sappiamo se definire più subdolo che simpatico, è sintomatico di come noi abbiamo assorbito la cultura degli arabi nei secoli basandoci più su pregiudizi che conoscenze reali.
Le Mille e una Notte è un libro molto amato e poco letto, perchè siamo affascinati proprio da quell'alone di mistero di cui si favoleggia, senza approfondirne i contenuti.
Il quadro di Paul Klee del 1928 che raffigura una costruzione geometrica molto dettagliata, con colori vivaci, che si staglia contro un cielo cupo occupato al centro da un sole opaco, proposto ieri da Bosi nella sua bella rassegna di 'un quadro al giorno', a prima vista mi aveva suggerito, penso in modo del tutto incongruo, la definizione di 'cittadella arabescata in un cupo tramonto sahariano'. Ora mi chiedo perchè.
Più che al critico d'arte, mi rivolgerei ad un analista per avere un giudizio su tale mia sicuramente erratissima interpretazione.
Il fatto è che oggi tutto quello che richiama l'arabesco nel senso ampio di 'alla maniera degli arabi', è travisato da fattori contingenti legati al fenomeno migratorio che si è fatto di dimensioni preoccupanti.
Parlando con amici di questo fenomeno, che riguarda soprattutto i popoli islamici, ho sentito affermare cose su Maometto che mi hanno meravigliato per la facilità con cui si diffondono false notizie e sentimenti xenofobi, anche tra le persone che dovrebbero essere più avvertite .
Tutti sappiamo che l'Islam è una delle tre grandi religioni monoteiste che hanno preso le mosse da un unico progenitore, Abramo, e che tra le tre fedi esistono punti di contatto e punti di contrasto. Uno dei punti di contatto è la natura di religioni rivelate attraverso la voce dei Profeti che sono interpreti della volontà di Dio, che è comune a tutte.
Il ceppo originario è quello ebraico, il più antico, sul quale si è innestata la religione cristiana e seicento anni dopo l'inizio di quella che noi chiamiamo l'era cristiana, è venuta quella islamica per opera del suo fondatore Maometto, che per affermarsi ha dovuto contrastare il cammino delle altre due.
Infatti Maometto fu oltre che un Profeta, un condottiero e un politico, un uomo eccezionale che ha lasciato una traccia indelebile nella storia dell'umanità.
Tutt'e tre le fedi sono basate sul Libro, che per gli ebrei è la Tora,in parte coincidente con le fonti più antiche del Vecchio Testamento cristiano, per i cristiani è la Bibbia, Vecchio e Nuovo Testamento, per gli islamici è il Corano.
Con l'avvento del cristianesimo, il mondo ebraico si divise e mentre una parte abbracciò la nuova fede, convinta che altro non fosse che una continuazione, una evoluzione rispetto a quella che aveva professato fino ad allora, l'altra parte rimase fedele ai canoni dela vecchia fede, limitandosi a riconoscere nella figura di Gesù quella di un ulteriore profeta e non l'ultimo come profetizzato da sempre.
La religione islamica si innesta su questa tradizione profetica, non misconoscendo l'operato di Gesù in quanto uomo, ma negando la sua natura divina ed assegnado a lui il ruolo di un Profeta predecessore, e rivendicando invece per Maometto il compimento della profezia, per cui Hallah è il Dio unico e Maometto è il suo profeta.L'ultimo.
La differenza principale rispetto alla figura di Gesù consiste proprio in questo che mentre quest'ultimo, per i suoi fedeli è il Figlio di Dio fatto uomo, e quindi gode di una doppa natura, quella umana e quella divina, Maometto è soltanto uomo, non ha natura divina, ma è il Profeta, colui che parla per conto di hallah.
Tornando alle cose arabe non avvelenate da false conoscenze, mi chiedo: Cosa ha a che vedere tutto questo con il bel quadro di Klee proposto del Bosi? Nulla ovviamente, se non un vago sentore di reminiscenze di vecchie nostalgie arabeggianti, di quando l'arabesco era per noi la lampada di Aladino o il Ladro di Bagdad e la fantasia più sfrenata dei nostri sogni impossibili si tingeva di colori vivaci e personaggi e storie incredibili, a seconda dei nostri stati d'animo sempre inadeguati alle situazioni reali del momento .
18 marzo 2017
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