LA MANINA

 

                                                                            

Ma poi che sarà stato, un atto voluto, o involontario; un gesto molesto o un delicato tentativo di comunicare un sentimento di profonda ammirazione, un inno alla bellezza, un cedimento alla pulsione dei sensi?

Ma prima di tutto, quel gesto c’è stato, o solamente immaginato, forse per via di un inconscio desiderio, che ha creato una congiunzione, reale o virtuale, ma comunque inevitabile, come quella degli astri che governano le cose di questo mondo, della mano del cliente seduto al tavolinetto d’angolo e il sedere della ragazza, protesa sul tavolinetto accanto, a pulire briciole inesistenti lasciate dall’ultimo avventore?

I clienti, non molti, per la verità, che occupavano i restanti tavolinetti sparsi lungo il portico, riferiscono di aver sentito la ragazza protestare nei confronti dell’ignaro occupante del primo, che si schermiva un po’ goffamente, protestando la propria innocenza.

Susi, cara, ma che dici? Sono ambasciatore del prof. Che è un tuo grande ammiratore.

Ambasciator non porta pena, declinò ella; quindi questo è per il prof. E gli suonò uno schiaffo sonoro.

Altri dicono che l’imputato era veramente innocente, ma erano solo passanti. Più attendibile la testimonianza dei presenti e residenti, i quali affermavano di aver visto, il sederino di Susi un po’ troppo vicino alla mano del protestatario, che involontariamente, muovendosi per star comodo nel poco spazio, doveva “per forza” intercettare “quell’oscuro oggetto del desiderio”, quasi spinto, smaliziatamente dalle forze inesplicabili del destino.

Forse quel sederino attirava la mano, o forse la mano scivolò incautamente.

O forse tutto era un’invenzione della mente, di Susi, del cliente e degli astanti, una specie di allucinazione collettiva.

Resta solo un’eco, ancora udibile, almeno per orecchie sensibili, che riecheggia sotto i portici del bar Grande Italia, dello schiaffo. Ma fu proprio uno schiaffo? Più d’uno sostengono (o sostiene? Bel quesito) che si trattò di un soffio di vento che fece sollevare, frusciando, un foglio di giornale lasciato su un tavolo da un cliente che nessuno aveva notato.  

Ma erano supposizioni inverificabili. Quindi il caso restò irrisolto.   

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