PROBABILE
Ciò che è possibile, può essere anche probabile, disse Sebastiano, rivolto al suo amico e sodale Pancrazio.
Allora anche quello che è probabile, può essere possibile? Chiese questi.
Per essere probabile, una cosa deve essere possibile, perché, se così non fosse, come farebbe ad avere delle probabilità? Fu la risposta del compare.
Vuoi dire che se una cosa non è possibile, non può essere probabile? Domandò di rincalzo Pancrazio.
Certo, fu la risposta, l’impossibilità esclude la probabilità.
A questo punto intervenne Maurizio: bravi, ragazzi, avete capito che ragionare è essenziale per capire le cose.
E hai scoperto l’America, gli tirò dietro Pancrazio, io ragiono, quindi sono quello che sono.
La possibilità è una condizione: una cosa può essere possibile, o impossibile, a seconda della sua natura e del tempo e del luogo in cui si trova.
La probabilità, invece, è il risultato di un calcolo statistico: quante probabilità ci sono che una cosa possibile possa verificarsi?
Quindi anche la possibilità rientra nel campo delle probabilità, obiettò Pancrazio, nel senso che è possibile stabilire quante probabilità ci sono che una cosa possa essere possibile o impossibile?
In realtà, disse Maurizio, i due termini sono simili, ma non sono sinonimi, anche se molti, non conoscendo, o, non facendo caso alla differenza, li usano indistintamente.
Possibile viene dal latino “possibilis”, che ha la sua radice nel verbo “possum-posse”, potere ed indica la condizione di una cosa di cui si conosce l’esistenza e si sa che può realizzarsi.
Probabile, invece, deriva dal verbo latino “probare”, che vuol dire, “provare” o “approvare” e si dice di avvenimento o cosa di cui si sa che può avvenire, ma potrebbe anche non avvenire, in base a circostanze, che non sono vere e proprie prove, ma valutazioni di fattibilità.
E’ probabile una cosa che, oltre che possibile, abbia anche più possibilità di realizzarsi. Facendo un calcolo realistico di queste possibilità, si può dire che se il risultato supera il 50%, la cosa è probabile, se è inferiore, la cosa diventa improbabile.
Ma se una cosa è possibile, ma non probabile, secondo te, interpellò Pancrazio, quella cosa può essere plausibile?
Maurizio strabuzzò gli occhi; plausibile viene da “plausus”, participio passato del verbo “plaudere”, che in latino vuol dire “degno di plauso, di approvazione”, quindi mi sembra che la risposta sia: no.
Però “plausibile” vuol dire anche “accettabile sotto un profilo logico”, concetto che non rientra nel discoro sulla possibilità o probabilità, per cui, considerata in se e per se, la cosa che tu dici, potrebbe anche essere plausibile.
Bravo, Maurizio, te la sei cavata, come al solito, per il rotto della cuffia, non per niente, sei il nostro Maestro!
Encomiabile, addirittura, io direi, è il vostro zelo nell’approfondire così importanti particolari che riguardano la nostra lingua, disse Chiara inaspettatamente apparsa sulla soglia del bar.
Maurizio balzò dalla sedia e le corse incontro: e tu da dove vieni? Le chiese emozionato e pieno di gioia. Encomio deriva infatti da “encomium” latino che era una lode che si faceva con una festa particolare, con canti e danze, continuò lei, frenando con la mano il suo slancio, quindi festeggiamo; a dopo il racconto delle mie avventure.
Che Chiara dovesse tornare, per la sanità mentale del nostro Maestro, commentò Pancrazio, era cosa certa, non solo possibile; che questo dovesse succedere a breve, secondo un calcolo delle possibilità, era probabile; ma che dovesse succedere proprio oggi, questo era prevedibile solo leggendo fra le stelle.
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