IL LATO OSCURO DELLE COSE

 

 

                                                                          

Pancrazio ritiene che ogni cosa abbia un lato oscuro, che sarebbe quello che non capiamo degli accidenti che ci capitano, ciò che è chiuso, che ci sfugge, che ci fa arrovellare, oltre naturalmente ad uno illuminato, che invece è quello aperto, chiaro, che si presenta palese sotto i nostri occhi.

Questo lato oscuro non va confuso con l’ombra, che è in ogni cosa, ma, a suo parere, è un aspetto della vita che può venire rischiarato dai ricordi dell’infanzia, come capita a lui ricordando di quando era un ragazzo ingenuo, ma ardito ed era succube di quel che accadeva intorno a lui e tutto gli sembrava misterioso e fugace, così i primi impulsi erotici, come pure i moti del cuore, che non riusciva a dominare e a decifrare per l’immediatezza e l’intensità con cui si presentavano e lo lasciavano sospeso tra euforia e delusione.

Parlandone con Sebastiano, al solito più concreto, le cose si complicano, ma non tanto da impedire di trovare una soluzione, almeno provvisoria, come quella prospettata sullo Zibaldino dai nostri due amici,all’insaputa di Maurizio, che di sicuro, se ne fosse venuto a conoscenza, avrebbe disapprovato. 

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°Due clienti, stava dicendo Sebastiano, poco fa al banco, parlavano fra di loro, sorbendo il caffè; uno dei due, Bartolomeo, lo chiamava il secondo, ad un certo punto ha accennato a qualcosa di strano, ha detto esattamente: “cercare il lato oscuro delle cose” e l’altro, sembrava molto compenetrato da quello che il primo diceva.

Poi guardò perplesso Pancrazio, con intensità, quasi attendesse una risposta alla domanda che non aveva ancora fatta.

Tu che ne pensi? Sai cos’è il lato oscuro delle cose? Chiese infine, giacché l’amico restava in silenzio.

Pancrazio si concesse ancora qualche secondo prima di rispondere, poi, con aria seriosa, accennò:

Di preciso non saprei; potrei dirti che è ogni cosa che si trova all’ombra, ma la tua domanda mi ha riportato alla memoria un ricordo di quello che facevo quando ero ragazzo, giocando a nascondino, insieme ai miei amichetti, maschi e femmine insieme.

Mi cercavo un bel posticino al coperto e al buio, dove nascondermi, possibilmente con una ragazza, e nell’oscurità, succedevano sempre cose che i nostri compagni di gioco non dovevano scoprire. Non so se quello poteva essere un lato oscuro, ma certo era all’ombra e nell’ombra, l’oscurità è quasi sempre presente, ma non da un solo lato.

Sebastiano guardava, apparentemente distratto, verso l’ingresso del locale, caso mai arrivasse un cliente che avrebbe potuto sollevarlo dalla voglia di mandare a quel paese il suo amico, ma visto che non entrava nessuno, si decise a parlare.

Che c’entra quello che facevi quando giocavi a nascondino?! Qua stiamo parlando di cose serie e tu mi vieni a dire che giocavi a nascondino! Suvvia, Pancrazio, non ti riesce proprio, per un momento, di entrare nel personaggio? 

‘Mbè, ti dirò, quello che facevamo, non era poi tanto impegnativo, sai eravamo ragazzi…una volta però, con Giovanna, capitò che mi stava molto vicina ed era eccitata per il gioco e io, ad un tratto la abbracciai e la baciai sulla bocca e lei, si ritrasse, sputando per terra, che schifo, disse e si pulì la bocca con il dorso della mano.

Il posto effettivamente non era molto bello e nemmeno pulito, per cui potei capire, ma io non mi ero sporcato.

Continui a non capire, non era quello il lato oscuro delle cose, stiamo parlando di tutt’altro.

A me non sembra, rispose ancora Pancrazio, ma se vuoi, possiamo chiedere a Maurizio.

Per carità, sbuffò Sebastiano, per una cosa così, quello ci fa due palle che ci cascano a terra!

Allora vuoi sapere come andò a finire? Che Giovanna, il giorno dopo, nella medesima situazione, eravamo nascosti bene bene e quello che “covava” non ci avrebbe mai trovati, all’improvviso lei mi si accostò e mi baciò sulla bocca: io rimasi come un salame.

Penso che anche questo potrebbe essere il lato oscuro delle cose, che non sai mai come vengono e che poi passano senza che tu possa fare niente per fermarle e non sai dove vanno.

Sebastiano era visibilmente imbarazzato, per come si era incanalato il discorso, quando finalmente vide, con sollievo, che un nuovo cliente si avvicinava al bancone; lasciò, quindi cadere l’argomento con l’amico e, mentre si apprestava a salutare il nuovo arrivato, cordialmente, qualcosa lo colpì nel suo atteggiamento ed in un lampo realizzò quanto stava accadendo: Bartolomeo! Disse infine e, con un sorrisetto accattivante, con voce discorsiva e tono amichevole, come fosse di fronte ad un cliente abituale, guardandolo intensamente negli occhi, quasi ammiccando, continuò: hai smarrito, per caso, il lato oscuro delle cose? Pancrazio e io ci siamo scervellati a cercarlo, ma non l’abbiamo mica trovato, vero Pancrà?

 Io gliel’ho detto, rispose torvo l’interpellato, se al momento opportuno, ti lasci sfuggire l’occasione buona, la cosa oscura, non la ritrovi più. Il volto grave dell’uomo, esprimeva amarezza e un velo di tristezza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                               


 

 

 

Commenti

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