CONTRALTARE

 

 

                                                                 

Senti, Pancrazio, esordì Sebastiano, alzando gli occhi dal giornale che stava leggendo e togliendosi gli occhiali – l’ora era morta e non si vedevano clienti lontano un miglio – tu sai cos’è il contraltare? Qui c’è scritto che il giocatore di una squadra è il contraltare di un altro giocatore della stessa squadra, ma secondo me, chi l’ha scritto non ci ha capito niente.

Anche secondo me, rispose Pancrazio, pensoso. L’altare è cosa da preti e il contraltare non può essere un giocatore, tutt’al più un altro prete, che dice la messa in concorrenza col primo, su un altare posto di fronte a lui.

Intervenne, come al solito Maurizio, il portavoce della Treccani, che disse:

ma no, il contraltare è simbolico, significa che un qualcosa, o una persona, viene posta di fronte ad un’altra pressoché di uguale valore, per esaltarla, riducendone l’importanza.

Una bella porcata, se permetti! Esplose Pancrazio. E’ come se io, al Circolo, mi facessi portare una cattedra come la tua e da lì, cominciassi a pontificare come fai tu.

Hai capito perfettamente, sorrise Maurizio, con qualche piccola differenza.

Va bene, d’accordo, acconsentì Pancrazio, la differenza c’è, ma io non ci faccio caso.

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