LO ZERO TERMICO

Pancrazio è preoccupato: ha letto sul suo cellulare che in Italia, nelle prossime settimane il livello dello zero termico andrà oltre i limiti finora registrati, per effetto di questi maledetti cambiamenti climatici. Per lui, la sola espressione “zero termico” evoca scenari apocalittici; l’dea, poi, che una cosa così pericolosa possa scendere a livelli non consentiti da un normale andamento delle cose, gli fa presagire una fine imminente di tutto quanto a lui è più caro: prima di tutto la sua famiglia, poi i suoi hobbies e le sue illuminazioni, la natura con le sue meraviglie e, perché no, deve ammettere, la vita stessa, che, pur essendo esposta a tanti rischi e pericoli, amara a volte per avvenimenti infausti e dolorosi, gli è pur sempre molto cara: egli che si sente protagonista del suo tempo e che ama pensare di “esserci” anche nelle situazioni più scabrose, non vorrebbe tuttavia essere testimone di una catastrofe così immane come la fine non solo del suo mondo, ma del Mondo intero. 

Ma, Pancrazio, prova a spiegargli pacatamente Maurizio, lo zero termico indica solamente la quota, in montagna in cui si verifica l’inversione della temperatura, che da valori sopra lo zero, passa a sotto zero. Quindi si tratta di salire, non di scendere.

 Peggio ancora obiettò Pancrazio, più si sale e maggiori sono i pericoli.

 Proprio così, continuò Maurizio, più lo zero termico si alza e più rischiano i nostri ghiacciai, principalmente sulle Alpi. 

‘Mbè almeno noi siamo salvi, proruppe rincuorato Pancrazio. Io in montagna vado poco per via di un ginocchio che mi fa male. Ma sapere che sul Gran Sasso lo zero termico non c’è, mi consola e mi lascia sperare per i miei amici che ci vanno: almeno loro sono al sicuro!

 

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