BREZZA DI MARE
Pancrazio è un poeta: a volte, soprattutto all’alba, il suo animo si dilata fino a comprendere tutto, anche l’infinito.
Che vuol dire? Chiese Sebastiano.
Che ad un certo punto, non ci si raccapezza più.
Vuoi dire che si perde?
Tutt’altro, si ritrova! Ritrova le sue vere radici che sono come tentacoli di una sensibilità estrema.
Oggi è al mare. E’ l’alba. Il sole è appena spuntato all’orizzonte, inondando il mare e il cielo dei colori più meravigliosi che egli abbia mai visto. Il suo cuore si scioglie come neve al sole; no, anzi, come cioccolato al fuoco. Perché è un fuoco, quello che sente dentro e vorrebbe trovare le parole per dirlo, per farlo sapere agli altri che egli è in piena illuminazione. Ma è solo, solo con il suo giubilo.
Non ha l’ombrellone?
Taci, ignorante e rispetta i sentimenti altrui.
Egli si era preparato per questo evento: si era alzato e recato in spiaggia, con composta, quasi religiosa trepidazione. Se avesse incontrato un amico, toh! anche Maurizio, nemmeno si sarebbe fermato a a parlargli, per non perdere la concentrazione, riservandosi poi, di dare ragione, a lui e a tutti, delle sue motivazioni, di quella forza che sentiva dentro e lo portava a dare assoluta precedenza a quel suo modo di fare.
Da piccolo, nelle medesime condizioni, un giorno di cui non aveva mai dimenticato l’emozione che aveva provato, aveva assistito dalla riva del mare, alla partenza di una paranza, che era una barca a vela di un suo amico pescatore, che si chiamava Abramo, Bramuccio per gli amici, tra i quali, egli bambino si onorava di essere annoverato, il quale, con grande perizia, spingendo la sua pesante imbarcazione, contro la maretta incalzante della riva, saltava agilmente sulla tavola di poppa del suo scafo e da lì governava con abilità timone e sartiame, alzando la grande vela colorata, la quale subito si gonfiava di quella dolce brezza che da terra, spirava verso il mare e la barca prendeva impulso e cominciava a muoversi agile fra le onde, prendendo rapidamente il largo.
Più tardi aveva appreso la nozione, da parte dello stesso Abramo, di brezza di terra e brezza di mare: la prima spira da terra, di notte e alle prime ore del mattino e favorisce la partenza delle barche da pesca, che al tempo erano tutte a vela, la seconda spira dal mare verso terra, a giorno inoltrato, favorendo il rientro delle stesse, nel corso della giornata, una volta esaurite le operazioni di pesca.
Quanta commozione gli dà questo ricordo! Egli sta rivivendo un mondo che non esiste più ed il suo cuore pena.
D’altro canto, gli spiegherà più tardi Maurizio, passione è sofferenza, una dolce sofferenza, che rende ricca la nostra esistenza.
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