ANCHE LUGLIO E' PASSATO

 

                                                        

Pancrazio non riesce a darsene ragione: egli non ha fatto nulla perché luglio passasse, così, giorno dopo giorno, senza che avvenisse qualcosa che gli desse la sensazione di essere lui a cavalcare la tigre, anziché la vittima della tigre che lo trascina dove vuole lei.

Ora davanti a lui si prospetta il muro di agosto, muto, chiuso, da prendere in blocco, con il solleone e il ferragosto, che egli detesta. E poi assistere alla fine dell’estate, con la minaccia di un autunno che si annuncia terribile.

Ormai sono poche le cose che gli interessano, ma sono tutte là, irrisolte, in attesa di tempi migliori, che egli sa, non verranno mai.

Oggi è l’ultimo giorno di questo luglio, estremo spiraglio radioso di una felicità sperata, che si attenuerà col passare delle ore, smorzandosi nei colori declinanti di un triste crepuscolo, in cui si vedrà svanire ogni illusione.

Pancrazio, perché sei triste? Gli chiese Sebastiano, stanco di vederlo inerte come non mai.

Non sono triste, rispose egli, sono consapevole.

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