ITINERARI DI SMERALDI

 

                                                              

Cara Lucia,

Mi devi perdonare se non ti ho espresso tempestivamente, non per mia colpa, ma per le condizioni di salute non proprio fiorenti in cui m trovo in questi ultimi giorni, il mio entusiasmo e la mia soddisfazione per la riuscita dell’evento da te promosso e curato relativo allo Smeraldi, di alto valore culturale ed il mio legittimo orgoglio per averti come nuora.

Non credere che mi sia sfuggita l’importanza di quanto da te allestito e messo in opera, per la risonanza che l’evento sicuramente ha avuto mercé il tuo impegno e la tua preparazione, non solo nell’ambito cittadino. 

Ammetto che il titolo “Itinerari di Smeraldi”, mi è apparso inizialmente fuorviante, per la mia assoluta ignoranza sul tema. Mi sono chiesto cos’ha a che fare Lucia con smeraldi, rubini, giade e topazi, lapislazzuli, ecc. pinzallacchere insomma, per dirla con Totò?

Invece ho scoperto subito dopo che si trattava di una full immersion nel secolo dei grandi geni, quel cinquecento miracoloso che ha visto da noi ed altre parti del mondo trionfare il Rinascimento.

Accanto ai giganti, Leonardo, Michelangelo e Raffaello, c’è stato anche Smeraldi, che con la sua attività di ingegnere, architetto e cartografo alla corte dei Farnese, ha lasciato tracce tangibili del suo lavoro sul territorio per il governo del grande fiume, nei documenti conservati negli archivi di Parma e Piacenza, un autentico tesoro per una ricercatrice appassionata come te.

Itinerari. Chi ha trovato questa parola per intitolare una mostra di cartografia? E’ evidente che si tratta di percorsi, nel senso di passi, di quelli che si fanno senza temere di infangarsi le scarpe, ma soprattutto nel senso metaforico di ricostruire le varie fasi di una vita spesa a salvaguardia degli argini per il bene della collettività.

Onore e gloria allo Smeraldi e a chi quei tesori ha riportato alla luce, traendoli dal buio polveroso dei benemeriti archivi.

Commenti