SAGGEZZA
Pancrazio, dove sei stato? E’ un pezzo che non ti vediamo…sei scomparso. Noi qui abbiamo bisogno della tua saggezza, della tua concretezza. Maurizio parlava con tono accorato, ma un poco distaccato, come pure gli capitava di apparire alcune volte, quasi non fosse realmente interessato ad avere una risposta.
Sono stato a pensare. Rispose dubitoso l’interpellato, forse aveva intuito qualcosa di anomalo, leggermente dissonante nella domanda dell’amico. Quindi era restio a scoprirsi troppo.
E cosa pensavi? Insistette il primo.
Che la saggezza non esiste.
Attimo di silenzio. Maurizio era assorto come dietro al muro del Pianto. Il suo cervello girava vorticosamente come i numeri di una slot machine.
Caspita, disse infine. La saggezza non esiste? E cosa vuol dire?
Me l’ha detto Evelina ed io sono rimasto a pensare. Forse non esiste neanche la morte, ha aggiunto e qui sono caduto dalle nuvole. Proprio pochi giorni fa è morta una signora novantenne che abitava nel nostro stesso fabbricato. Passi per la saggezza, ma come si fa ad asserire che non esiste neanche la morte? Io però sono rimasto zitto solo perché a dirlo era stata mia figlia, altrimenti l’avrei mandato a quel paese!
Fu la spiegazione di Pancrazio, il quale, quasi subito dopo, proseguì dicendo che a dire queste fesserie era stata una poetessa straniera di cui non ricordava il nome, ma dimmi, come si fa? Se volessi scrivere una poesia potrei dire anch’io che non esiste, chessò, il sole: tutti mi prenderebbero per matto!
Maurizio non sapeva che dire, o meglio non sapeva da dove cominciare, come si faceva a spiegare che i versi di una poesia non vanno interpretati alla lettera? Che vi è un significato allegorico in ogni cosa?
“Verrà la morte ed avrà i tuoi occhi” cominciò poi a dire, è una poesia del nostro Cesare Pavese, tu sai cosa vuol dire veramente? La poesia trasforma la realtà, ma è più vera della realtà. Non si può dire cosa sgorghi dalle profondità dello spirito, quando si è ispirati da quel fuoco che è la lava della poesia che dove passa trasforma il reale in un divenire fantastico. Spesso è un brivido che sentiamo attraversare il nostro corpo, un attimo di smarrimento, come una vertigine in cui tutto appare possibile in una dimensione maggiore.
Pancrazio guardava spaesato. Maurizio tacque. I due si guardavano muti.
Forse è vero, disse infine il primo, non esiste saggezza, forse è meglio che ci fermiamo qui, mi sento girare la testa e chissà che anch’io non finisca veramente con lo scrivere una poesia e poi, guai a chi ride!
Pancrazio aveva ripreso conoscenza ed ora marciava sicuro come il suo solito:
Ebbene, ditemi, cos’è che volevate sapere da me? Chiese infine spavaldo sfidando con uno sguardo tutto intorno a sé, gli occhi divertiti dei vari amici presenti, che avevano seguito in silenzio il dramma dei due amici di fronte all’enigma della poesia. Sono tornato e sono a vostra disposizione.
Anna Achmatova, La Corsa del Tempo, Liriche e Poemi, Einaudi.
"Lucio/46 ha più volte detto che una poesia a potrebbe veicolare piu informazioni di una relazione accademica". Disse Rimiratore, posando la tazzina di caffè ad un Evaristo che abbassò il giornale mostrando una espressione di sorpresa e commiserazione.
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