PASQUA 2022
Pancrazio non è che annettesse più di tanto, importanza al grado di istruzione di sua figlia Evelina, tanto meno per la sua scelta di studiare Teologia, materia che a parer suo, era inadatta ad una femmina. Ciononostante, coltivando egli qualche interesse in ambito religioso, pur essendo agnostico per non dire miscredente, ed essendo il tipo che di ogni cosa si vuole render ragione, quando aveva dei dubbi su come intendere alcune cose della religione che non gli erano chiare, ricorreva per una qualche spiegazione a lei.
Forse tu mi puoi aiutare, le disse un giorno in prossimità della Pasqua, non mi è chiaro come mai, essendo Gesù morto di venerdì, i sepolcri si vanno a visitare giovedì.
Quello che noi chiamiamo Sepolcri, rispose la ragazza, non sono la tomba di Gesù, come tu pensi. A questo riguardo, ti voglio far leggere una lettera, trovata casualmente sul web, scritta da un certo Bruno, che, per alcuni aspetti, ha un valore in certo qual senso profetico, non per il problema da te posto, ma per tutt’altra ragione.
Tu sai che in Europa è in corso una guerra tra la Russia che l’ha promossa e l’Ucraina, che è il Paese aggredito dalle truppe russe. Ebbene questa lettera, che ora ti mostro, scritta qualche anno fa, per riassumere il senso di questi giorni di festa che chiamiamo Pasqua e rappresentano la narrazione degli ultimi giorni sulla Terra di Gesù e si concludono con la sua resurrezione, si conclude con un appello alla pace, quanto mai attuale oggi.
Credo di conoscere l’autore di codesta missiva, la interruppe pomposamente Pancrazio: Bruno era uno pseudonimo di Maurizio, quando era più giovane e posso capire il contenuto di essa, perché egli a quell’epoca, pur dicendo di essere ateo o giù di lì, in realtà si interessava di questioni religiose, come un prete. Io dico che era un ateo bigotto, ecco cos’era!
Evelina, con il foglio aperto davanti al viso, levò lo sguardo sul padre, incerta se obiettare o lasciar perdere.
Te la leggo, disse poi, risoluta ed inforcò gli occhiali perché era un poco miope.
“Mia madre mi aveva iniziato ai riti pasquali e mi parlava del Triduo, dei tre giorni in cui si compendia la storia della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo, lei che da religiosa e da madre cercava di infondere nei suoi figli il rispetto e l'amore per quei gesti simbolici, che rievocavano il dramma umano (prima che divino per i credenti), di questa grande figura di Figlio adorato e martirizzato, che ha improntato con il suo Mistero venti secoli di storia.
Noi figli non corrispondevamo al suo fervore allo stesso modo. Io in particolare ero insofferente e ben presto mi allontanai dalla sua fede, procurandole molto dolore.
Se oggi parlo da laico del Triduo non è per un'operazione nostalgica di recupero del tempo passato, nè per rimediare alle manchevolezze di allora…E' perché, noi viviamo in questa società, ancora segnata dai simboli e dai miti religiosi, che anche visti dal di fuori, ci attraggono o ci respingono, ma che comunque non possono lasciarci indifferenti.
Il mito della bontà, del sentirsi rinnovato nei sentimenti, il mito della fratellanza fra tutti gli uomini, il mito della pace tra i popoli, sono tutti legati a questa festa.
Vorrei allora entrare nel vivo di questa ricorrenza, con l'umiltà che non avevo allora e assistere da vicino a questi riti come osservatore rispettoso anche se non devoto.
Penso che non sia necessario avere una fede per apprezzare l'atmosfera euforica di questi giorni e beneficiare dello spirito di rinnovamento che alimenta la speranza che qualcosa avverrà per il trionfo del bene e la sconfitta del male.
Possiamo ugualmente commuoverci di fronte a questa rappresentazione che ogni anno si ripete e che si compone principalmente di tre momenti di forte impatto emotivo.
Inizia all'ora del tramonto del Giovedì Santo, in cui si rievoca la Cena del Signore, l'ultima coi suoi apostoli, durante la quale Egli compì gesti di valore simbolico e fondativo quali la benedizione del pane e del vino per l'istituzione dell'Eucarestia e la lavanda dei piedi degli apostoli per il comandamento della fratellanza tra gli uomini..
Prosegue lungo tutto il Venerdì Santo, giorno di Passione, in cui si assiste alla morte di Cristo sulla croce, simbolo della vittima sacrificale che si immola per la salvezza dell'umanità, il momento più alto del dramma, rappresentato solennemente nelle varie processioni dei fedeli in lutto che seguono il feretro .
E si conclude con la Veglia del sabato Santo, giorno di attesa e di silenzio, perché la terra è stata privata della luce di Dio, e con il successivo trionfo della Resurrezione di Cristo, che si compie nella domenica di Pasqua. e la rappresentazione si chiude con il sipario calato sul far della sera di un giorno eccezionale.
Nessuna favola è più bella di quella qui narrata, nessuna di tale grandiosità e drammaticità e così piena di significati che fanno di questa festa la più importante della cristianità.
L' affermazione dell'amore fraterno che porta a riconoscere l'altro, il diverso come fratello. e quella dell'uguaglianza tra gli uomini della terra è un insegnamento valido per tutti, credenti e non credenti ed è la riproposizione della più grande utopia, fare cioè che trionfi la pace.
E cade nel periodo più bello dell'anno e coincide con il tripudio della primavera.
E ciò è senz'altro di buon auspicio.
Buona Pasqua a tutti”.
29.03.2013.
Pancrazio guardava sconsolato Evelina, che, finito di leggere, si toglieva lentamente gli occhiali e si dispose a sentire i commenti di suo padre.
La pace, disse meditabondo Pancrazio; sì, la pace! Sarebbe bella la pace. Ma chi te la dà? Non c’è mai stata la pace su questa Terra. Siamo tutti figli di Caino e non c’è da meravigliarsi se Putin dice che gli ucraini sono suoi fratelli e nel frattempo li uccide!
TRIDUO
Pancrazio non è che annettesse più di tanto, importanza al grado di istruzione di sua figlia Evelina, tanto meno per la sua scelta di studiare Teologia, materia che a parer suo, era inadatta ad una femmina. Ciononostante, coltivando egli qualche interesse in ambito religioso, pur essendo agnostico per non dire miscredente, ed essendo il tipo che di ogni cosa si vuole render ragione, quando aveva dei dubbi su come intendere alcune cose della religione che non gli erano chiare, ricorreva per una qualche spiegazione a lei.
Forse tu mi puoi aiutare, le disse un giorno in prossimità della Pasqua, non mi è chiaro come mai, essendo Gesù morto di venerdì, i sepolcri si vanno a visitare giovedì.
Quello che noi chiamiamo Sepolcri, rispose la ragazza, non sono la tomba di Gesù, come tu pensi. A questo riguardo, ti voglio far leggere una lettera, trovata casualmente sul web, scritta da un certo Bruno, che, per alcuni aspetti, ha un valore in certo qual senso profetico, non per il problema da te posto, ma per tutt’altra ragione.
Tu sai che in Europa è in corso una guerra tra la Russia che l’ha promossa e l’Ucraina, che è il Paese aggredito dalle truppe russe. Ebbene questa lettera, che ora ti mostro, scritta qualche anno fa, per riassumere il senso di questi giorni di festa che chiamiamo Pasqua e rappresentano la narrazione degli ultimi giorni sulla Terra di Gesù e si concludono con la sua resurrezione, si conclude con un appello alla pace, quanto mai attuale oggi.
Credo di conoscere l’autore di codesta missiva, la interruppe pomposamente Pancrazio: Bruno era uno pseudonimo di Maurizio, quando era più giovane e posso capire il contenuto di essa, perché egli a quell’epoca, pur dicendo di essere ateo o giù di lì, in realtà si interessava di questioni religiose, come un prete. Io dico che era un ateo bigotto, ecco cos’era!
Evelina, con il foglio aperto davanti al viso, levò lo sguardo sul padre, incerta se obiettare o lasciar perdere.
Te la leggo, disse poi, risoluta ed inforcò gli occhiali perché era un poco miope.
“Mia madre mi aveva iniziato ai riti pasquali e mi parlava del Triduo, dei tre giorni in cui si compendia la storia della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo, lei che da religiosa e da madre cercava di infondere nei suoi figli il rispetto e l'amore per quei gesti simbolici, che rievocavano il dramma umano (prima che divino per i credenti), di questa grande figura di Figlio adorato e martirizzato, che ha improntato con il suo Mistero venti secoli di storia.
Noi figli non corrispondevamo al suo fervore allo stesso modo. Io in particolare ero insofferente e ben presto mi allontanai dalla sua fede, procurandole molto dolore.
Se oggi parlo da laico del Triduo non è per un'operazione nostalgica di recupero del tempo passato, nè per rimediare alle manchevolezze di allora…E' perché, noi viviamo in questa società, ancora segnata dai simboli e dai miti religiosi, che anche visti dal di fuori, ci attraggono o ci respingono, ma che comunque non possono lasciarci indifferenti.
Il mito della bontà, del sentirsi rinnovato nei sentimenti, il mito della fratellanza fra tutti gli uomini, il mito della pace tra i popoli, sono tutti legati a questa festa.
Vorrei allora entrare nel vivo di questa ricorrenza, con l'umiltà che non avevo allora e assistere da vicino a questi riti come osservatore rispettoso anche se non devoto.
Penso che non sia necessario avere una fede per apprezzare l'atmosfera euforica di questi giorni e beneficiare dello spirito di rinnovamento che alimenta la speranza che qualcosa avverrà per il trionfo del bene e la sconfitta del male.
Possiamo ugualmente commuoverci di fronte a questa rappresentazione che ogni anno si ripete e che si compone principalmente di tre momenti di forte impatto emotivo.
Inizia all'ora del tramonto del Giovedì Santo, in cui si rievoca la Cena del Signore, l'ultima coi suoi apostoli, durante la quale Egli compì gesti di valore simbolico e fondativo quali la benedizione del pane e del vino per l'istituzione dell'Eucarestia e la lavanda dei piedi degli apostoli per il comandamento della fratellanza tra gli uomini..
Prosegue lungo tutto il Venerdì Santo, giorno di Passione, in cui si assiste alla morte di Cristo sulla croce, simbolo della vittima sacrificale che si immola per la salvezza dell'umanità, il momento più alto del dramma, rappresentato solennemente nelle varie processioni dei fedeli in lutto che seguono il feretro .
E si conclude con la Veglia del sabato Santo, giorno di attesa e di silenzio, perché la terra è stata privata della luce di Dio, e con il successivo trionfo della Resurrezione di Cristo, che si compie nella domenica di Pasqua. e la rappresentazione si chiude con il sipario calato sul far della sera di un giorno eccezionale.
Nessuna favola è più bella di quella qui narrata, nessuna di tale grandiosità e drammaticità e così piena di significati che fanno di questa festa la più importante della cristianità.
L' affermazione dell'amore fraterno che porta a riconoscere l'altro, il diverso come fratello. e quella dell'uguaglianza tra gli uomini della terra è un insegnamento valido per tutti, credenti e non credenti ed è la riproposizione della più grande utopia, fare cioè che trionfi la pace.
E cade nel periodo più bello dell'anno e coincide con il tripudio della primavera.
E ciò è senz'altro di buon auspicio.
Buona Pasqua a tutti”.
29.03.2013.
Pancrazio guardava sconsolato Evelina, che, finito di leggere, si toglieva lentamente gli occhiali e si dispose a sentire i commenti di suo padre.
La pace, disse meditabondo Pancrazio; sì, la pace! Sarebbe bella la pace. Ma chi te la dà? Non c’è mai stata la pace su questa Terra. Siamo tutti figli di Caino e non c’è da meravigliarsi se Putin dice che gli ucraini sono suoi fratelli e nel frattempo li uccide!
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