APRILE

 

 

                                                                                  

Non ho alcuna fretta di far passare questo aprile, disse Pancrazio.

Perché? Chiese Sebastiano

Perché a me piace l’attesa. Fu la risposta.

Che c’entra l’attesa? Rintuzzò Sebastiano. A maggio non è lo stesso? A maggio non aspetti?

Se è per questo, anche a giugno, rispose Pancrazio. Ma si è già sull’orlo ed a me non piace essere sull’orlo.

Ma sull’orlo di che? Mica siamo sulla bocca di un vulcano!

Ha ragione   Pancrazio, intervenne Maurizio, tagliando corto. La parola “Aprile” viene dal verbo latino “Aperire”, che vuol dire “aprire” ed infatti aprile è il mese dell’apertura: tutto si apre o si rinnova; si dischiude la terra alla nuova vegetazione, si riaprono i cuori ad una nuova speranza, riparte la vita con nuove aspettative. In senso lato, aprile rappresenta la giovinezza con tutto l’entusiasmo e la forza che le sono propri.

Sì, ma l’orlo? Mi vuoi dire cosa significa l’orlo? Che a giugno forse i fiori non nascono? O che non vi sia nessuna speranza per qualcosa di nuovo? che…insisteva Sebastiano, cercando di enumerare tutte le potenzialità che secondo gli altri due erano attributi esclusivi di aprile.

A giugno si raccoglie il grano, insinuò Maurizio, siamo già di fronte al fatto compiuto, non c’è spazio per la speranza, che nasce dall’attesa. Non si spera nel raccolto, quando già ce l’hai; può essere abbondante e dare molta soddisfazione, oppure scarso ed allora son dolori e delusioni, ma non c’è più il gusto per la trepidazione dell’attesa.

Io veramente, si inserì timidamente (si fa per dire) Pancrazio, pensavo alle vacanze, non a mietere il grano.

Giustamente, replicò Maurizio; ecco perché hai detto che siamo sull’orlo. A te piace di più pensare alle vacanze come prospettiva futura, aspettando speranzoso, piuttosto che essere nell’imminenza del primo giorno delle vacanze, varcato il quale, nulla è più come prima, perché da quel momento parte il conto alla rovescia di quelli che mancano alla fine delle vacanze e quindi la sensazione è più di ansia che di piacere.

In quel momento entrò Chiara, da poco tornata dall’Inghilterra e fresca di aggiornamenti culturali pluri-nazionali, si era fermata ad ascoltare, non vista, la vivace discussione tra i suoi amici, subito interessata all’argomento che si stava dibattendo.

C’è un’altra versione dell’origine della parola “Aprile”, disse rivelandosi all’improvviso e sorprendendo i presenti, i quali manifestarono in vario modo, la loro gioia nel rivederla, tranne Maurizio, che il giorno prima era andato a riceverla alla Stazione e l’aveva riaccompagnata a casa e quindi era esente da tali formalità.

E sarebbe una teoria che per quanto minoritaria, continuò a dire, non appena le effusioni di simpatia degli amici, si furono calmate, è quella che preferisco. Questa ipotesi fa discendere il nome del quarto mese dell’anno dal termine greco “Aphros”, che significa “Schiuma”, in particolare schiuma o spuma del mare, che, secondo la leggenda, è la sostanza dalla quale nacque Venere, la dea dell’Amore, la quale perciò è detta anche Afrodite. Questa versione darebbe al mese di aprile il primato in campo di amore e di amore sensuale, afrodisiaco, rispetto agli altri mesi e la cosa non sarebbe affatto in contrasto con quanto diceva Maurizio, a proposito di ritorno alla giovinezza come effetto di quelle attribuzioni di questo mese esemplare e, sapete che vi dico? Non mi stupirebbe se anche i dati statistici confermassero un primato di aprile per quanto riguarda gli eventi concezionali in esso registrati, rilevando ad esempio, un aumento significativo delle nascite nel mese di gennaio, il che poi confermerebbe appunto la teoria che fa della stagione invernale la più propizia alle nascite, per il fatto che i piccoli nati avrebbero la possibilità di adattarsi fin da subito ai rigori del periodo più freddo dell’anno, traendone vantaggio per la propria salute, fortificandosi..

Seguì un minuto di silenzio. Sebastiano tossicchiò leggermente.

Ma allora aprile dolce dormire non vale, disse Silvana, dando un colpetto alla macchina del caffè che emise uno sbuffo.

Vale perché è bello dormire…(lunga pausa) …dopo!!! esclamò Pancrazio e ammiccò vistosamente verso gli altri, dando una strizzatina d’occhio in giro in cerca di consensi.

Meno male, che sei tornata Chiara, proruppe clamorosamente poi, rivolto all’amica, senza di te, qua sembrava di vivere in un monastero! Arrivi tu e subito si parla di amore, che è quello che volevo dire io e non me l’hanno fatto dire, ma come l’hai detto tu, è senz’altro più bello!      

Evviva l’amore dunque e gloria ad aprile che lo porta! Concluse enfaticamente, ma senza successo, erano già tutti intorno a Chiara, corsi ad abbracciarla e baciarla.

 

 

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