LA PAROLA

 

 

                                                                       

La parola è magia, ricordalo, Pancrazio, diceva Maurizio, che ormai considerava l’uomo che aveva davanti il suo interlocutore preferito, perché il più disposto ad apprendere. Questi, per converso, lo scrutava serio e dubbioso, incerto se credere o non credere a quanto le sue orecchie udivano per la prima volta.

Vuoi dire che c’è qualcosa di misterioso nella parola in sé? Chiese timidamente.

Proprio così; la parola è all’origine del pensiero. Noi pensiamo e nel nostro cervello si formano parole che evocano cose o altri pensieri che cominciano ad avere una forma. Esprimiamo il nostro pensiero con le parole, pronunciate con la nostra voce, o scritte…

Con la nostra penna! Si affrettò a dire Pancrazio, per dimostrare di aver capito.

Lascia stare la penna, lo riprese Maurizio, voglio dire: con un segno, un simbolo, qualcosa che si  possa decifrare nelle parole che vogliamo comunicare.

Sì, ma la magia? Interrogò l’allievo volenteroso, anche se non tanto giovane.

La magia sta nella fantasia che noi abbiamo di scegliere le parole più adatte a significare quello che vogliamo esprimere.

Per esempio? Chiese Pancrazio, sempre più intrigato nella discussione con il suo maestro.

L’esempio, rispose questi, imparpagliando ancora di più i pensieri di lui. La parola “esempio”, che vuol dire similitudine, perché la parola è similitudine, somiglianza.

La sua origine è remota: viene dal greco “paraballei”, che vuol dire “ girare intorno, avvolgere” ma anche “trasmettere”. Tu, con le tue parole, formuli e  trasmetti il tuo pensiero, che gli altri ricevono.

Certo, quanto a trasmettere, non sono la Rai, né Mediaset, ma mi posso arrangiare con una TV locale, ho qualche amico giornalista…

Ma, no! Disse spazientito Maurizio, non ti chiedo di fare nessuna trasmissione…

Allora non capisco, perché mi hai detto che la parola viene da “paraballe”, credevo che fossi stanco di sentire balle e chiedessi di sapere un po’ di verità.

Beato te! Disse sconsolato Maurizio, cos’è la verità? Poi si accorse di aver detto una banalità e si guardò intorno, che nessuno avesse sentito e fatte le più amare meraviglie: Maurizio, come Pilato?

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