LA STRADA CHE NON PRESI

 

 Questa non è la copia originale che pubblicai 5 anni fa su FB, ma una, leggermente modificata che inviai per email a mio fratello. La ripubblico nel caso qualcuno, per esempio Pancrazio, voglia frugare tra la polvere e trovarvi alcunché di interessante.

                                                                                                                                 Maurizio

 

                                             Caro Vittorio, ti affido lo scritto che segue, che non ho inviato a nessun altro. Mi sembra troppo intimo per condividerlo con tutti. E d'altro canto penso che tu forse sei l'unico che ancora mi segue in queste "aperture sentimentali" e l'unico al quale possano minimamente interessare. 

         Si parla di una scelta. Le scelte sono sempre dolorose. Comportano delle rinunce. Di fronte ad un bivio, devi scegliere quale strada prendere. Ogni  giorno facciamo delle scelte. Le scelte di tutta una vita determinano quello che siamo. 

 

       Ogni tanto torno con la mente ad una  poesia che ci propose l'anno scorso, di questi tempi, Simonetta in una circostanza molto particolare, e trovo che c'è, in quei versi, apparentemente semplici, in realtà enigmatici, qualcosa che non riesco ancora a cogliere pienamente.

        Rileggiamola, in una versione leggermente diversa da quella precedente  e  vediamo di coglierne il senso.  

         Due strade divergevano in un bosco giallo
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei.

Poi presi laltra, perché era altrettanto bella,
e aveva forse l
aspetto migliore,
perch
é era erbosa e meno consumata,
sebbene il passaggio le avesse rese quasi simili.

Ed entrambe quella mattina erano lì uguali,
con foglie che nessun passo aveva annerito.

Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un
altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.

Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io

io presi la meno percorsa,
e quello ha fatto tutta la differenza.

  Robert Frost

           Il tono distaccato  del primo verso "due strade divergevano in un bosco", viene man mano arricchendosi di contenuti emozionali (un lungo sguardo, una scelta sofferta, il proponimento di tornare sui propri passi, anche se  si dubita di poterlo fare),  fino alla fine che ha il sapore di un dramma  già consumato:  "e questo ha fatto tutta la differenza".

          Un'ammissione carica di pathos.  Forse la confessione di una sconfitta. O quanto meno  un segnale di cedimento.

         "Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!"  Eppure sapevo che una strada porta  sempre ad un'altra strada ed io avrei avuto ben poche speranze di tornare indietro. Ma, al momento, l'altra mi parve più attraente. 

           Sentiamo che quei versi riflettono uno stato d'animo turbato e, per  questo, ci sentiamo coinvolti.  Complici i colori autunnali (le foglie gialle), che adombrano una fase della vita che volge al declino, un lungo rimpianto che, si fa più acuto, mano a mano che le parole compongono i versi, uno dopo l'altro, e i ricordi si fanni più vivi.

   "Lo racconterò con un  sospiro, da qualche parte, tra anni ed anni."

             Lo scenario muta totalmente.  Il narrante è diviso. Un giorno, chissa dove, chissa quando, racconterò con un sospiro della mia scelta. Che è stata per la strada più bella, ma anche la meno percorsa dagli altri. Quindi la meno agevole, che poteva portare più lontano e dare maggiori soddisfazioni. Ma non sempre è così. Forse è qui il nucleo non sciolto di quel rimuginio di sentimenti contraddittori  . 

            Il dolore si fa acuto.  Siamo al  punto di non ritorno. Cosa mai avemmo potuto fare, se avessimo scelto l'altra strada, la prima, quella alla quale abbiamo guardato lungamente, senza riuscire a deciderci per essa?

      

       "Da qualche parte"  "Tra anni ed anni"  Sì, è' indifferente il luogo dove saremo, e   quando  succederà, ma c'è già  ora  un presentimento che qualcosa è  avvenuta che ha fatto la differenza e che  quel giorno lo  racconteremo. Ma sarà un racconto storicizzato.  Il sospiro  che emetteremo, sarà quello di una sofferenza alla quale ci siamo assuefatti, attutita,  resa innocua dal tempo. 

       Ci volteremo indietro e torneremo con la mente a quando abbiamo deciso di prendere questa e non l'altra strada. E la differenza sarà tutta lì, dinnanzi a noi.

 

        Ma il problema è l'oggi, qui, ora. Ora il cuore sanguina. E non sappiamo perchè.

         Cosa ci sarà alla fine di questa strada? 

          Noi chi siamo? Cosa siamo diventati?

 

 

       27 febbraio 2016

 

        Bruno   

 

 

                                             Caro Vittorio, ti affido lo scritto che segue, che non ho inviato a nessun altro. Mi sembra troppo intimo per condividerlo con tutti. E d'altro canto penso che tu forse sei l'unico che ancora mi segue in queste "aperture sentimentali" e l'unico al quale possano minimamente interessare. 

         Si parla di una scelta. Le scelte sono sempre dolorose. Comportano delle rinunce. Di fronte ad un bivio, devi scegliere quale strada prendere. Ogni  giorno facciamo delle scelte. Le scelte di tutta una vita determinano quello che siamo. 

 

       Ogni tanto torno con la mente ad una  poesia che ci propose l'anno scorso, di questi tempi, Simonetta in una circostanza molto particolare, e trovo che c'è, in quei versi, apparentemente semplici, in realtà enigmatici, qualcosa che non riesco ancora a cogliere pienamente.

        Rileggiamola, in una versione leggermente diversa da quella precedente  e  vediamo di coglierne il senso.  

         Due strade divergevano in un bosco giallo
e mi dispiaceva non poterle percorrere entrambe
ed essendo un solo viaggiatore, rimasi a lungo
a guardarne una fino a che potei.

Poi presi laltra, perché era altrettanto bella,
e aveva forse l
aspetto migliore,
perch
é era erbosa e meno consumata,
sebbene il passaggio le avesse rese quasi simili.

Ed entrambe quella mattina erano lì uguali,
con foglie che nessun passo aveva annerito.

Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!
Pur sapendo come una strada porti ad un
altra,
dubitavo se mai sarei tornato indietro.

Lo racconterò con un sospiro
da qualche parte tra anni e anni:
due strade divergevano in un bosco, e io

io presi la meno percorsa,
e quello ha fatto tutta la differenza.

  Robert Frost

           Il tono distaccato  del primo verso "due strade divergevano in un bosco", viene man mano arricchendosi di contenuti emozionali (un lungo sguardo, una scelta sofferta, il proponimento di tornare sui propri passi, anche se  si dubita di poterlo fare),  fino alla fine che ha il sapore di un dramma  già consumato:  "e questo ha fatto tutta la differenza".

          Un'ammissione carica di pathos.  Forse la confessione di una sconfitta. O quanto meno  un segnale di cedimento.

         "Oh, misi da parte la prima per un altro giorno!"  Eppure sapevo che una strada porta  sempre ad un'altra strada ed io avrei avuto ben poche speranze di tornare indietro. Ma, al momento, l'altra mi parve più attraente. 

           Sentiamo che quei versi riflettono uno stato d'animo turbato e, per  questo, ci sentiamo coinvolti.  Complici i colori autunnali (le foglie gialle), che adombrano una fase della vita che volge al declino, un lungo rimpianto che, si fa più acuto, mano a mano che le parole compongono i versi, uno dopo l'altro, e i ricordi si fanni più vivi.

   "Lo racconterò con un  sospiro, da qualche parte, tra anni ed anni."

             Lo scenario muta totalmente.  Il narrante è diviso. Un giorno, chissa dove, chissa quando, racconterò con un sospiro della mia scelta. Che è stata per la strada più bella, ma anche la meno percorsa dagli altri. Quindi la meno agevole, che poteva portare più lontano e dare maggiori soddisfazioni. Ma non sempre è così. Forse è qui il nucleo non sciolto di quel rimuginio di sentimenti contraddittori  . 

            Il dolore si fa acuto.  Siamo al  punto di non ritorno. Cosa mai avemmo potuto fare, se avessimo scelto l'altra strada, la prima, quella alla quale abbiamo guardato lungamente, senza riuscire a deciderci per essa?

      

       "Da qualche parte"  "Tra anni ed anni"  Sì, è' indifferente il luogo dove saremo, e   quando  succederà, ma c'è già  ora  un presentimento che qualcosa è  avvenuta che ha fatto la differenza e che  quel giorno lo  racconteremo. Ma sarà un racconto storicizzato.  Il sospiro  che emetteremo, sarà quello di una sofferenza alla quale ci siamo assuefatti, attutita,  resa innocua dal tempo. 

       Ci volteremo indietro e torneremo con la mente a quando abbiamo deciso di prendere questa e non l'altra strada. E la differenza sarà tutta lì, dinnanzi a noi.

 

        Ma il problema è l'oggi, qui, ora. Ora il cuore sanguina. E non sappiamo perchè.

         Cosa ci sarà alla fine di questa strada? 

          Noi chi siamo? Cosa siamo diventati?

 

 

       27 febbraio 2016

 

        Bruno   

 

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