PARADISO TERRESTRE
Certo la botta in testa era stata di notevole intensità, per il dolore avvertito, ma più per la sensazione di inevitabilità dell’evento che gli aveva lasciata e che si era impadronita del suo animo, rendendolo ancor più incerto e scoraggiato di quanto non fosse prima, incapace di formulare pensieri, ancor meno progetti.
La lunga degenza in quel Centro, davanti all’imponente mole della Maiella, gli aveva comunque consentito di apprezzare la bellezza del posto, i panorami larghi e spaziosi di colli e vallate che si stendevano alle falde del monte, popolati di paesini e case sparse, che di notte si illuminavano e di scoprire un mondo ed un’umanità, che nella sua ignavia non immaginava, così ricchi di fascino e amabilità.
Era stato Angelo, un terapista dal ciuffo da gallo cedrone, il primo essere umano che aveva conosciuto lì, in realtà un giovane dal carattere mite, riservato e dal sorriso dolce, che faceva il suo lavoro con serenità, a parlargli, con parole semplici, del Tirino, un fiume del quale, egli Maurizio non sapeva niente, dicendogli del luogo dal quale veniva ogni mattina al lavoro.
Questo fiume ha un corso breve, in appena sedici chilometri, dalle falde del Gran Sasso, lato Campo Imperatore, da dove sgorgano i vari corsi d’acqua che lo vanno a formare, alla Pescara dove esso va a confluire nei pressi delle Gole di Popoli, rappresenta un quadro perfetto per dare un’idea del Paradiso Terrestre, per la bellezza unica dell’ambiente fluviale, la limpidezza delle acque, primato in Italia e, forse, in Europa, la flora e la fauna che lo popolano. Il Lago di Capo D’Acqua ne è il complemento più rilevante, nel Parco Nazionale D’Abruzzo, ove è protetto.
Fu Margherita, la capace terapista alle cui cure era stato affidato per la riabiltazione, ad introdurlo in questo mondo di terra e di acqua, di piante secolari ed animali rari, come una specie di trota, che abita solo questi rivoli, sotto massi o lungo le correnti del mormorante corso dell’acqua.
Le foto dei luoghi visitati durante escursioni numerose ed entusiasmanti, fatte con amici, o in solitaria, mostrate sul cellulare di lei, ne erano sufficiente prova e testimonianza.
“Superior stabat lupus”
Due pensieri attraversarono la mente di Maurizio mentre osservava quello spettacolo, il lupo della favola di Fedro ed il leone mansueto del libro della Genesi, che conviveva pacificamente con tutti gli altri esseri viventi, compreso l’uomo, il primo, creato da Dio, Adamo.
“Inferior agnus”.
Scusa, caro agnellino, ti sto forse intorbidando l’acqua? Chiese il lupo all’agnello.
E come potresti? Rispose questi, non vedi che il fiume fa un’ansa e il ramo nel quale stai bevendo, svolta da un’altra parte? Continua pure, non mi dai nessun fastidio. Ma da quando sei diventato così buono?
Ma questo è un mondo particolare, sai. L’altro giorno, uno dei miei lupacchiotti, è uscito dalla caverna dove è la nostra tana ed io per riprenderlo ho lasciato gli altri miei figli incustoditi ed ho visto un’aquila reale, che volteggiava alta nel cielo, prendere la mira, roteando e piombare sul mio lupacchiotto, abbrancarlo con i suoi artigli e portalo via. Ebbene, disperata sono tornata alla tana, per proteggere almeno gli altri piccoli rimasti, ma giunto nei pressi della caverna, ho visto l’aquila che mi attendeva sul ramo di un albero ed aveva nel becco il mio piccolo, pensai privo di vita. Invece l’aquila con un breve volo che fece alzare una nuvola di polvere davanti all’imboccatura del nostro rifugio, mi venne incontro e depositò mio figlio vivo e vispo tra le mie zampe, dicendomi, un’altra volta bada che non si allontani, fuori di qui potrebbe fare una brutta fine.
Ma perché, qui dove siamo?
Come non lo sai? Questo è il Paradiso Terrestre e qui la pace regna sovrana. Anche il leone e le altre bestie feroci, qui sono diventati mansueti e questo potrà durare all’infinito se quel pennellone di Adamo a cui Dio ha dato una compagna sventatella, che si chiama Eva (e, non capisco perché anche l’intelligenza, mentre è il più stupido di tutti noi), non faccia qualche fesseria, come mangiare quella cazzo di mela, tale da far incaz…arrabbiare il padrone di casa, che così potrebbe anche cacciarci. E allora, addio pace. Ognuno per sé tornerà ad essere quello che era prima e il lupo mangerà l’agnello, con la scusa assurda che gli intorbida l’acqua, pur stando a monte rispetto all’agnello ed il poveretto obietterà invano che la cosa è impossibile, di fronte alla forza, la ragione non vale
Se non sei tu, sarà stato tuo padre e…
glup se lo mangiò-
Maurizio si risvegliò; l’ora di terapia era finita e Margherita lo stata salutando.
La prossima volta trovane una migliore per saltare gli esercizi finali. Pancrazio avrebbe avuto più fantasia: ce lo vedo bene, a scorrazzare per questo giardinetto, che sia un Paradiso, o no, per lui farebbe lo stesso.
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