GESU' ALL'INFERNO

 

 

                                                                        

Gesù all’Inferno? Ma questa è una bestemmia! A chi è venuta in mente questa idea balorda? Era al solito Pancrazio, che, come non era d’accordo su qualcosa, doveva assolutamente e rumorosamente, dare fiato alle trombe del suo disappunto e dire quello che pensava, pane al pane e vino   al vino.

L’idea di quel titolo giornalistico era stata di Maurizio, il quale era certo della sua fonte ed aveva voluto dare un taglio sensazionalistico all’annuncio, per suscitare maggiore interesse nel pubblico.

Intervenne Oreste conciliante: Ma sì Pancrazio, Gesù, dopo morto, andò all’inferno e…

Ma allora, replicò con forza Pancrazio, non è più da credere a nulla; Gesù, l’uomo più buono del mondo, sottoposto in vita alle più terribili angherie, crocifisso come un ladro, in maniera scandalosa, nemmeno da morto, ha avuto giustizia?

Ma che dici, non è così, Gesù è andato all’Inferno come figlio di Dio, per un atto di giustizia; se tu soltanto lasci parlare il relatore, capirai bene come sono andati i fatti.  

Ah, ora ci sono: avete fatto come certi giornali di oggi che mettono un titolo tanto per farti incazzare e poi nell’articolo dicono il contrario di quanto si capisce dal titolo, concluse il Pancra.

Il nostro titolo è assolutamente vero…possiamo procedere?

 

                     È stato captato il primo lampo radio veloce nella Via Lattea

                                            Captato il primo lampo radio veloce sulla Via Lattea                         
                                                                                     

Maurizio dette una ricompattata ai fogli che aveva sparso sul tavolo ed attese che nella sala si facesse il silenzio, poi cominciò a parlare.

A dirci di questo evento straordinario è il nostro sommo Poeta nel quarto Canto dell’Inferno, dedicato alla descrizione del Limbo, servendosi di un testimone oculare di assoluta fiducia che è il poeta latino Virgilio, suo accompagnatore per l’intero percorso delle prime due cantiche della Commedia, Inferno e Purgatorio.   

Dante ci riferisce che era passato poco tempo dalla morte di Virgilio, avvenuta il 21 settembre dell’anno 19 a.c. e quindi era da non più di una cinquantina anni che lo stesso dimorava al Limbo, luogo della sua definitiva destinazione nel mondo dell’aldilà, che poi, per fortuna definitiva non è stata, in quanto, com’è noto, con decisione di Papa Benedetto XVI del 2007, è stato il Limbo ad essere abolito, tanto che ora come ora non si sa dove sta…

Chi? Benedetto XVI? E’ in Vaticano ed è Papa Emerito… fu felice di interrompere Pancrazio.

Sì lo so…no, volevo dire Virgilio, che ha perso la casa. Anzi lì non l’ha mai avuta, visto che se il Limbo non esiste, e Dante era male informato, vuol dire che esso non è mai esistito, non è che sia stato dismesso ad una certa data…

Dunque, dicevo, non era passato molto tempo da quando si pensava che Virgilio fosse lì, che lui stesso confidò a Dante, non so se in seguito abbia ritrattato, di aver visto Gesù Cristo entrare in Inferno, con tutti gli attributi del vincitore, immagino a testa alta, sbattendo le porte e dando calci di qua e di là, per farsi rispettare e liberare un gruppo di ebrei colà detenuti illegalmente. Tanto più se il luogo era inesistente.

Senti, interloquì Pancrazio, attentissimo ad ogni parola che si pronunciava, a me ‘sto fatto della casa inesistente, non mi convince. Io penso che se ai tempi di Dante esisteva e poi duemila anni dopo un Papa ha detto il contrario, vuol dire che dopo tutto questo tempo, la casa è crollata e non che non esisteva fin dall’inizio.

Potresti avere anche ragione, intervenne Orazio. Il Limbo, nella concezione religiosa di quei tempi, era il primo cerchio dell’Inferno, dove venivano confinate le anime dei bambini morti senza il Battesimo e dei personaggi meritevoli vissuti prima dell’avvento di Cristo. Il Papa che ne ha decretato l’inesistenza, è portatore di un’altra concezione della religione che è frutto di un movimento evolutivo che coinvolge anche la Chiesa, suo malgrado. Se per duemila anni è esistito, nella fede di tutti i cristiani che si sono avvicendati, nel tempo, generazione dopo generazione, non vedo perché dobbiamo adeguarci a questa decapitazione senza appello. Non nel senso di far rivivere il Limbo, ma di non sopprimere il ricordo di quello che fu.       

Questa visita di Gesù all’Inferno, altri dicono Inferi, riferendosi ad una concezione del mondo dei morti che precede l’era cristiana, riprese Maurizio, secondo la dottrina della Chiesa cristiana, sarebbe avvenuta, dopo la morte di Gesù sulla croce e prima della sua resurrezione, in quell’intervallo di tempo di tre giorni, di cui poco o nulla si sa.  Dovrebbe essere certo, però che egli ci andò da morto, perché la sua morte fu reale, fu la morte di Gesù uomo, il suo corpo fu chiuso nel sepolcro e il terzo giorno tornò a vivere e insieme al suo spirito, ascese al Cielo. 

Sembra un poco strano che Egli, nel poco tempo che aveva a sua disposizione, tra un evento così devastante  come la morte per croce e quello prodigioso della successiva resurrezione, si preoccupasse per la sorte di quel gruppo di Ebrei, uomini tutti con meriti, là confinati .per il fatto di non avere avuto la possibilità di conoscere Cristo e la sua religione, essendo vissuti prima del suo avvento, da trasferire in una nuova collocazione, ma, in realtà quel gesto era necessario, perché propedeutico ad una ristrutturazione dell’Aldilà, con l’eventuale abolizione anche di altri ambiti (1), non più necessari, in quanto la missione di Gesù era quella di accollarsi tutti i peccati del mondo, per salvare tutti gli uomini, non una parte di essi.

Io per me, spero che l’inferno ci sia, disse Pancrazio, altrimenti tutti i mascalzoni e delinquenti che dobbiamo sopportare quaggiù, dove li metteremmo? Metti un po’ che te li ritrovi pure in Paradiso, a guadalare con le loro facce brutte? Ci scommetto l’aureola che non potrei trattenermi dal dar loro una bella ripassata, così, tanto per ristabilire le distanze. 

 

(1) E' sorta una polemica su una intervista fatta da Eugenio Scalfari a Papa Francesco I sul tema della scomparsa anche dell'Inferno e delle anime peccatrici con affermazioni del Papa e succesive smentite da parte del Vaticano. Il Messagggero:"Un passaggio del testo riguardava l’esistenza dell’inferno, una delle verità rivelate da Gesù, abbondantemente affrontate dai teologi di tutti i tempi e contenuta nel Catechismo. Insomma, un dato di fatto imprescindibile per un fedele. Eppure il Papa, rispondendo alla domanda su dove andassero le anime cattive una volta punite, rispondeva che «le anime non vengono punite, quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle che non si pentono e non possono quindi essere perdonate scompaiono. Non esiste un inferno – si leggeva nell'intervista – esiste la scomparsa delle anime peccatrici».

Commenti