PRIMA COSA, LA LEALTA'

 

                                                                 
 

Ma dai, Licius, non dire cazzate! Qui non si trattava di una scelta tra un dovere politico, come dici tu e tenere fede al giuramento di Ippocrate. Quella commessa dal medico che è andato ad operare un caso grave (a giudizio di chi?), pur essendo positivo al virus covid 19, non ottemperando al dovere di isolamento, è una infrazione ad una precisa legge dello Stato che gli organi di controllo sono tenuti a rilevare e denunciare. Alla magistratura spetta il compito di accertare se la fattispecie possa rientrare o meno tra i casi previsti per la esenzione dal detto obbligo.

 

                                        

                                            

                                                                

 

Io non ho una tesi da difendere, disse Maurizio, dico soltanto che, in astratto, se il quesito è :

salvi una vita ed infrangi una legge per farlo, oppure

lasci morire chi potresti salvare infrangendo una legge,

chiunque di noi opterebbe per la prima ipotesi, non serve essere negazionisti per farlo. Ma in questo caso, la notizia era così bene confezionata, da fare affermare a qualcuno: quella legge vieta di salvare una vita, che, oltre ad essere falso, va benissimo per istigare all’odio e alla violenza nei confronti di chi l’ha approvata.  

E già qualcuno invocava una Norimberga per i nostri uomini di stato, come qualche tempo fa, sempre quello? Auspicava il ritorno al potere di un Hitler, per mettere tutti in riga, sposando di fatto le tesi più oltranziste dei provocatori che altro non fanno che andare a caccia di notizie false e così bene arzigogolate da apparire scandalosamente vere agli ingenui, solo per aizzare gli animi e rendere la situazione sempre più caotica ed incandescente.

Oreste ritenne di intervenire, dicendo:

Si discute molto di cos’è il fascismo, se ci sia il rischio di un suo ritorno, ecc., mentre contemporaneamente assistiamo ad un progressivo sfaldamento delle nostre istituzioni, dovuto soprattutto al propagarsi di una profonda sfiducia del ’popolo sovrano’ verso di esse, che da un lato produce chiusura e disinteresse, dall’altra una rabbiosa forma di protesta senza proposte, incomprensione e rifiuto. Con grave danno, per il guasto che si crea nei buoni sentimenti di ogni cittadino, stravolgendo il residuo interesse per la cosa pubblica, in una sorta di nichilismo che sfocia nel tanto peggio tanto meglio di un incattivimento generale.

E’ di questo che ci dobbiamo preoccupare, del fatto che siamo diventati più cattivi, incarogniti contro chi sta peggio di noi, eternamente divisi, l’un contro l’altro armati, su ogni questione che possa essere oggetto di comune interesse. Qui bisogna vedere pericoli per la democrazia, piuttosto che nelle pittoresche pagliacciate che periodicamente si ripetono a Predappio dei quattro nostalgici in divisa che fanno il saluto fascista sulla tomba di Mussolini. 

Questa iattura, rinforzò Maurizio, si sta creando per opera di mestatori e imbonitori senza scrupoli, che si avvalgono dei più moderni mezzi di comunicazione per sfornare sempre più materiale urticante per vellicare gli istinti peggiori. Vi sono persone che di questo andazzo hanno fatto il campo di una loro battaglia privata contro tutti e contro tutto, navigando sempre in acque scure e trascinando con sé i tonti veri e i finti tonti.

A questo quadro, già abbastanza fosco, bisogna aggiungere che per la mala pianta dei populismi ricorrenti, da noi, al sorgere di ogni nuovo Masaniello, la politica, come cura della cosa pubblica, cosa nobile, a cui ogni cittadino dovrebbe concorrere con spirito leale e libero, è stata ridotta a carta straccia e non vi è stata epoca in cui abbia goduto di peggiore letteratura, di quella che stiamo attraversando.

E’ la lealtà, la leva su cui dovrebbe poggiare l’azione politica, dal primo all’ultimo responsabile ed è quella che ci manca oggi come oggi, in misura allarmante. Tutti pronti a battersi per tirare l’acqua al proprio mulino, anziché alla centrale che deve provvedere ad una equa ripartizione. Dobbiamo lavorare tutti per ricostruire questo tessuto connettivo, se vogliamo che le cose migliorino, non tendere allo sfascio di quello che rimane.

Se nei talk-show, si concedono ingenuamente like per affermazioni all’apparenza condivisibili, ma che nascondono invece veleno, una volta scoperto l’inghippo, è necessario far constare il proprio dissenso con parole chiare per fare sì che altri non cadano nello stesso inganno. Si tratta di cattivi maestri, visionari farneticanti, che, messi alle strette, reagiscono cambiando le carte in tavola o in maniera infantile.

Ebbene questo è il volto nuovo dell’odierno fascismo, fare leva sul malumore, alimentare la confusione, strumentalizzare l’ignoranza altrui e sfruttare la debolezza di pensiero di altri per aizzarli contro ogni forma di autorità.

Non dobbiamo amare per forza l’attuale governo, anche se al momento, non si vede chi possa farne un altro migliore, ma se si vuole fare opposizione, la si faccia con serietà e lealtà, riconoscendo dignità a chi bene o male fa quello che può per mandare avanti la barca dello stato, nella attuale contingenza, che è di una gravità assoluta.

   

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