L'ULTIMO ESAME
L'ULTIMO ESAME
ovvero
NON PIU' ESAMI
Matteo, una delle menti più prolifiche del settore FB che frequento insieme a pochi altri amici, ci assicura che il passaggio dalla vita alla morte non è affatto doloroso, o angoscioso, ma anzi presenta aspetti di assoluta normalità per cui, ancora qualche tempo dopo il decesso, la coscienza non si rende conto del fatto avvenuto (di essere morto), cognizione che si raggiunge poco dopo, senza la minima trepidazione.
Di questo, afferma il nostro, possiamo essere certi perché esistono migliaia e migliaia di testimonianze al riguardo che pur disseminate nel tempo e nello spazio, asseriscono la stessa cosa, con parole quasi identiche.
Prima dell'esame, foto dal web
Matteo è persona seria, degna di fede e di particolare attenzione, che a Maurizio non dispiacerebbe poter annoverare fra i frequentatori dello Zibaldino, il circolo culturale da lui diretto ed aperto a qualsiasi esigenza di carattere cognitivo (si fa per dire), che accoglie tutti gli uomini di buona volontà (absit iniuria verbis, come direbbe Valter, una delle punte di diamante del sodalizio) e quindi le cose che lui dice, condivisibili o anche non condivisibili, sono oggetto di interesse generale, da sceverare fino in fondo.
Licius, il Buovard o Pecuchet del web, l’uomo buono per tutte le occasioni, disposto a buttarsi nella mischia, generosamente, quanto temerariamente, anche prima di sapere di che si tratta, ha osato, a mio avviso giustamente , obiettare che il passaggio in sé può essere indolore, mentre il percorso che porta alla fine della vita, nella maggior parte dei casi, costringe il morituro ad affrontare un esame che è il più difficile di tutta la vita, perché espone a terribili sofferenze che fanno desiderare che la fine arrivi il prima possibile.
Gli esami non finiscono mai, diceva Eduardo, per asserire che per ognuno di noi, nella vita, passata ‘una nuttatta’, un’altra ne arriva, che non è meno temibile della prima. Esami, nottate, come prove, ostacoli da superare.
Pur ammettendo l’evidenza di tale affermazione, Matteo, ha tuttavia ribadito quanto affermato in merito al momento del passaggio, dicendo che non dobbiamo avere nessun timore nell’affrontare quell’esame che ci promuove ad una vita migliore, più attiva e piena di soddisfazioni (è sempre il nostro ad affermarlo), in quanto più leggeri, essendoci liberati del peso del corpo ed essendo rimasti puri spiriti.
C’è da chiedersi in quali condizioni il trasferimento abbia luogo, se, per esempio, conservando ognuno il proprio patrimonio culturale e spirituale, o, con un appiattimento su uno standard uguale per tutti, come sarebbe giusto, o se, al pari di quel che avviene per altre credenze come quella cristiana, che ammette la resurrezione dei corpi, non è ancora certo, al risveglio nell’aldilà, se saremo tutti giovani, tutti vecchi, o dell’età in cui è avvenuto il decesso. E i bambini resterebbero per sempre bambini, e gli storpi, potranno finalmente rifarsi di anni di sofferenza acquistando un aspetto sano e bello?
Ma non è questo, al momento, il punto di interesse, che resta quello dell’esame, che poi tale non è, in quanto un esame dove tutti sono promossi, che esame è?
Io, per esempio non potrei essere bocciato in qualche materia, chessò, angelologia e rimandato ad un esame di riparazione ad ottobre di un anno indeterminato, in cui si vedrà se sono pronto ad andare di là, o se, non avendo studiato abbastanza, mi toccherebbe addirittura ripetere l’anno.
Quale? Il primo, naturalmente.
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