TRINITA'


                                                                         

Immaginate come al teatro: una scena che rappresenta una via cittadina, al centro in evidenza, un’insegna, Hostaria, un paio di tavolinetti con sedie, ai due lati della porta d’ingresso.
Entra Licius e parla da solo, come tre sé e sé. Ma con timbro di voce ben udibile.

E continuavano a chiamarlo Trinità… perché? Chi lo chiamava Trinità? …non me lo ricordo. Ma è bello vero un incipit così ammiccante, il cigarillo in bocca a Clint Eastwood con gli occhi di ghiaccio e il sorriso triste, il volto liscio, asciutto. Determinato ed implacabile. E invece no, siamo di fronte a Terence Hill e Bud Spencer, compiaciuti compagnoni, pronti a menare di brutto con atteggiamento sornione e, niente da dire, nei loro confronti, ci mancherebbe, ma non è la stessa cosa.



              Visita Guidata al Santuario della S.S. Trinità a Casnigo in ValSeriana
                                Santuario della Trinità, a Casnago in Val Seriana - foto dal web




Si sofferma un attimo, poi riprende a camminare e a parlare.

Chi ha nominato la Trinità in modo blasfemo, ultimamente? Passo indietro, ho sentito anche dire nella stessa occasione cantina e in vino veritas, allora siamo lontani da problemi teologici, cose difficili, da non toccare, fin quando si può. Il futile attrae il laico, pure: Forse avrà detto Trinità dei Monti, che perché si chiama così, non lo so ancora. Ma sì che lo sai, si disse in sordina, si chiama così perché la chiesa che porta quel nome, si trova sopra il colle del Pincio, che per i romani è una montagna; alla faccia! La cantina, dicevo ed un invito, se non vado errato, a fare una sana chiacchierata, avendo tra le mani un bicchiere di vino rosso; o preferisci il bianco? Io, a seconda della stagione e soprattutto del mio stato spirituale del momento. Più edonistico, a volte, o più pensionistico, no, volevo dire, pensieroso, la pensione non c’entra, tutte le altre.

Dalla parte opposta del palcoscenico, ecco arrivare Rimiratore: ha un aspetto impettito, quasi tronfio, ma parla con dolcezza, forse finta.

Ammiro il tuo eloquio, ma non mi freghi, dice con un ampio sorriso. Sono mica Lucio, io. Che si fa prendere per il  c… ’mbè, non lo voglio dire, per il sì e per il no. Io sono il Rima, Rimator non porta pene… le pene… auh!  Guagliò? non fraintendiamo, eh…? Ma che ti fa in quattro, solo se osi giocare poco-poco sporco.

Sì il mio difeso ha parlato di cantina, anzi di fondaco, ed ha detto che forse un giorno ci trova Dio,  ma a te che ti frega? Di cantina ho parlato io e ti ho invitato non per amicizia, ma per mettere le cose in chiaro.

Nella cantina di Vallone, a Porta Romana, da me frequentata nella prima giovinezza, mi sorprendeva ogni volta un cartello esposto alla parete, con su scritto: qui non si parla di politica, non si bestemmia e non si sputa per terra. Era il minimo di civiltà che si richiedeva agli avventori di quel postaccio, tra i quali qualche testa calda era sempre facile trovare. Vietata la politica in primis, si usciva dal Fascismo, e la lotta tra democristiani e comunisti era molto accesa. Il secondo tabù era la religione, non bestemmiare: uno dei dieci comandamenti; si può uccidere per una bestemmia. Terza solinghetta, la  regola della buona creanza; giusto per tenere l’ambiente poco al di sopra del porcile, era solo una esigenza di igiene e buona educazione. Che fai, accetti l’invio o te ne stai per cazzi tua a fare il rompiballe, Licius Liciorum del ca…volo?

Sono Il Rimiratore difendo il mio cliente, Lucio, ingiustamente maltrattato da te, Licius de liciis e il bicchiere che ti offro possa andarti di traverso. Lucio perché non ci ha le palle, no che cavolo sto a dì, le palle ce l’ha ma non le caccia al momento opportuno, Cos’è ‘sta storia che dovrebbe imparare da te? Cosa? Me lo sai dire.

Licius

Andiamo con ordine, Rimiratò, prima di tutto, accetto? E mo’ accetto, voglio vedere che vino mi offri. Va bene ‘sto tavolo qua? E’ il più pulito, basta spolverare quelle bucce di nocelle, butta a terra, che dopo passa Maria con la scopa,

Rimiratore

Portaci quello buono della casa, disse Rimi dal di fuori, rivolto verso l’interno, a voce alta, che tutti si girarono a guardarli.

L’Oste, dalla soglia della sua cantina:

Bianco o rosso?

Rimiratore

Quale è il migliore al momento ? quello!  

Licius

Poco fa tu parlavi di quella targa dove erano indicate le cose che non si potevano fare nella cantina di Vallone. La seconda regola riguardava la religione ed era non bestemmiare. Il tuo Lucio, anzi Lucido, come lo vogliono chiamare adesso, si è macchiato di blasfemia. Prima ha detto che l’ho diviso in tre. Poi ha aggiunto che ne ho fatto una Trinità, anche se poi si è affrettato a precisare che quella sua sarebbe infima rispetto alla Santissima del Signore.

Ora dimmi tu, che sei uomo di giudizio se è possibile paragonare la Santissima Trinità con quel pulcino pigolante che è Lucio.

Oste

Sono sceso nella grotta a spillarlo, questo è il miglior vino di tutto il paese. E’ un rosso di due anni, dopo mi saprete ridire.

Grazie Orè, disse Rima, alla tua salute, alzò il bicchiere che l’oste aveva riempito, subito imitato da 

Licius.

Alla vostra, signori buona serata.

Hai qualche stuzzichino per accompagnare? Chiese.

Mia moglie sta portando a cottura una trippetta che è la fine del mondo. Se avete pazienza, tempo dieci minuti e vi porto un assaggio. Poi vedremo.

Allora vogliamo parlare di questa Trinità? Avanzò Licius.

Rimira era un poco contrariato:

Mo’ co sta trippa che sta arrivando, ma ti sembra opportuno, non sarebbe peggio di una bestemmia?

In realtà, disse  Licius, abbiamo già parlato della Trinità, dicendo che non dobbiamo nemmeno nominarla. Quel che ci tocca fare, invece è esaminare quello che ha detto Lucido a proposito di sé e di me che lo avrei diviso in tre. Ma se così fosse, allora la sua sarebbe non una Trinità, che lui lamenta, ma una strinità, perché separa le persone e non le unisce. Ma basta dire bestialità.

 Come ti sembra questo vino? propose Rima a me sembra eccellente. E’ sicuramente un fermentato…

Tutti i vini sono fermentati, che cazzo dici?

Che questo è stato fatto fermentare di più.


Se lo dici tu… è un rosso e ha fatto la fermentazione per un vino rosso. Stop.

Con una solennità pari a quella della marcia trionfale dell’Aida, dalla porta dell’osteria uscì Maria, più larga che lunga, un grembiule che le copriva tutto il davanti, dalla pettorina o pettorona in giù, ma nulla toglieva all’adorabile, ampio sorriso, portando due piatti fumanti di trippa, uno per mano e li depositò davanti ai due clienti, unitamente ad una formaggiera, che uscì da sotto un braccio, ed un mazzetto di verdure fresche, maggiorana, prezzemolo, erba cipollina ed alcuni peperoncini rossi e verdi, che sparse sulla tavola.

Fatevi onore cavalieri, la battaglia sarà lunga.

I due avventori si guardarono, come incerti sul senso da dare a quelle ultime parole, poi, rotto ogni indugio, si posizionarono di fronte ai due piatti, con la compunzione di fedeli che si accingono a sentire la messa, quando sentono il suono della campanella agitata dal sagrestano che annuncia l’inizio della cerimonia, solo che a vibrare in quel momento erano non tanto le corde del cuore dei due, pur devoti cristiani e poveri cristi , ma le loro nari, eccitate olfattivamente dagli odori appetitosi che da essi provenivano  e ogni dissidio fu superato  nella più evangelica remissione reciproca dei rispettivi torti subiti o resi.

Commenti

  1. Dopo qualche infrenabile rutto di Rimiratore, chiaro segno di gradimento, trovarono accordo nel considerare che si trattava solo di un'apparenza e che nella finzione scenica dei racconti dello Zibaldino erano di fatto tre personaggi ispirati ad uno, ma tra loro diversi, come nel racconto di Pirandello. Restava ancora questa strana dicotomia simile a dottor jekyll e mister hyde di cui Rimiratote è il malefico ma l'altro chi è? Pagarono alla romana e si avviarono verso la fine del corso Porta Romana ciarlando amichevolmente perché entrambi in preda della "veritas di quel buon vino" ... e continuarono a chiamarli "trinità" ...

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