PAROSSISMO O PARADOSSO?


                                                             

Quella mattina Maurizio si era alzato con la scuffia storta, questo il parere di Pancrazio, come al solito molto concreto nelle sue determinazioni. Se avesse potuto scegliere, avrebbe usato un’altra espressione, con lo stesso significato, ma molto più efficace. Svegliato col culo scoperto, ma da quando Giulia, sua moglie gli aveva detto che quello era un modo di dire volgare e non si poteva usare nell’ambito signorile, elegante e colto dello Zibaldino, l’aveva quasi cancellato dal suo armamentario espressivo.

Il primo modo di dire, quello più corretto, secondo Giulia, usato per la presente circostanza, invece aveva a parer suo, il difetto di essere un tantino antiquato. Chi si metteva più la cuffia a letto, per dormire? Quella del culo scoperto invece era sempre attuale, e descriveva abbastanza bene la sensazione sgradevole di chi si sveglia in quel modo. Anche qui, però, ad essere pignoli, ci sarebbe da osservare: scoperto come? Con la parte di dietro del corpo, fuori dalle coperte, o proprio col sedere nudo? E se nudo era al momento del risveglio, quando mai avrebbe perso la copertura, mutanda o pigiama che fosse? Ed a questo bisognerebbe aggiungere la fuoruscita dalle coperte, in quale circostanza si sarebbe potuta verificare? Il mistero sarebbe ancora più fitto. Forse il nostro soggetto, irritato dal risveglio irrituale, fatto in condizioni non ottimali, senza cioè il calduccio delle coperte per crogiolarsi un poco, e con gli attributi non confortevolmente custoditi nell’apposito morbido contenitore, cosa che sicuramente l’avrebbe messo di cattivo umore, aveva l’abitudine di dormire in camicia da notte e senza mutande? Nel ventunesimo secolo dell’era cristiana? Gli sembrava improbabile.

Ora voi, stava dicendo Maurizio, mentre Pancrazio elucubrava per conto suo, cosa per cui udì solo le ultime parole del ‘maestro’, mi dovete dire se siamo di fronte ad un paradosso o ad un parossismo ed approfitterei della presenza di Pancrazio per chiedere a lui cosa pensa di questo busillis che ci siamo posti oggi.

                                                  Etimologia : parossismo, parosismo;                        

E no, cazzo, tu non puoi tirami in ballo, così quando meno me lo aspetto. Se poi ti sei alzato col culo scoperto, che colpa ne ho io? ? ‘mbè, questa volta gli era proprio scappata, ma non gli era sembrata per niente corretta quella trovata di Maurizio. E  poi paralosso e paracozzo, che ne sapeva lui?
 Tu vai a trovare le cose più improbabili di cui parlare. Ci vuoi ripetere per favore che cosa sono quelle due…paraculate che hai detto poco fa?

Pancrazio, innanzi tutto, non ti permetto di parlarmi in quel modo. Poi se tu stai qui per pensare ai fatti tuoi, allora puoi pure startene a casa e non se ne parla.

No, no, veramente stavo pensando ai fatti tuoi; no, che hai pensato? non nel senso, evvero?...il culo? No, quando mai!  non c’entra affatto, semmai la scuffia…ma ormai si era perso e balbettava parole senza senso.

Dopo mi renderai conto di quello che stai dicendo. Maurizio aveva una faccia terrea ed uno sguardo severo. Ciononostante, si rivolse a tutti e cominciò con voce calma  a ripetere quanto aveva già abbondantemente illustrato poc’anzi.

In tutte le parole che cominciano con para, c’è l’idea della vicinanza, o meglio dello stare al fianco: il paranormale è tutto ciò che sta a fianco del normale; la parapsicologia è tutto quanto sta intorno alla psicologia; gli enti parastatali sono quelli che affiancano lo stato nell’assolvimento dei compiti istituzionali. Le Paraolimpiadi, sono gare come le Olimpiadi, riservare a determinate categorie di sportivi diversamente abili. Quini stanno a fianco delle Olimpiadi.
A volte il para serve solo a rafforzare il senso del lemma principale, come avviene nel parossismo, in cui la radice oxys col senso di acuto, aggiunta al prefisso para, prende il senso di cosa portata elle estreme conseguenze.  Una gioia che arriva al parossismo dei sentimenti, diviene il sentimento ed è pericoloso, come tutte le cose estreme. Il parossismo delle risate, del pianto, il parossismo di una malattia è il punto più grave della malattia, in cui gli effetti possono debordare dagli alvei normali.

Il paradosso condivide alcuni aspetti del parossismo, principalmente l’incontenibilità dell’esagerazione, un evento è tanto divergente da quanto normalmente avviene che è inaccettabile, è paradossale da para, a fianco, doxa, giudizio. Nel senso più comune comunque paradossale significa inverosimile.

Che Maurizio dormisse con la camicia da notte e senza mutande, era per Pancrazio un fatto fuori della norma, per niente verosimile, o addirittura ‘invero- non-simile’ (oddio, che aveva detto un paradosso? O un paradigma. Oppure aveva avuto un vero proprio parossismo? Si guardò intorno; non era sicuro, ma gli era parso che qualcuno vicino a lui, avesse mormorato: Pancrà, hai detto una cazzata).
 Guardò verso la cattedra e vide Maurizio che con aria grave raccoglieva le sue cose e senza salutare nessuno, se ne andava nell’indifferenza generale.

Però, che quell’uomo si svegliasse qualche volta col culo scoperto, sembrava al buon Pancrazio, ormai, cosa accertata.


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