LUCIO DEI LUCII


                                                                                  

Quella che riporto di seguito è un lettera indirizzata al nostro socio Licius, fatta recapitare  a Mauritius, il quale l’ha subito passata al destinatario.

Licius è ormai alla terza lettura del testo ed è ancora in forse se preoccuparsi o rasserenarsi. In verità aveva pensato anche lui ad una lettera da scrivere, mettendosi nei panni di Lucio, nei confronti del quale gli sembrava di essere stato troppo severo, per, in certo qual modo, rimediare all’eventuale offesa fattagli, indirizzandosi una lettera scritta da lui stesso, a nome dell’altro, con l’intento di mettergli in bocca, in penna o, se vogliamo, in caratteri del computer, le sue osservazioni in dissenso alle critiche ricevute.

Non ricordava, però se l'aveva pure scritta oltre che pensata, questa missiva di carattere riparatorio e di fronte a quella che gli era stata testè consegnata da Mauritius, rimase perplesso, perché non capiva se si trovava di fronte ad un testo, diciamo così, autoprodotto, o ad una vera lettera proveniente da Lucio in persona.

La sua confusone era al massimo, quando cominciò a leggere per la quarta volta.  


         

"Caro Licius dei Liciis, sono onorato dal fatto che hai dato tanta importanza a due mie semplici frasi, in cui, in tempi diversi e in modo del tutto estemporaneo ho dato sfogo a mie ubbie che ogni tanto mi passano.  Da questo desumo che dopo tutto forse non erano proprio da buttare, come parrebbe dal tenore delle tue osservazioni.

Sono addolorato nell’apprendere che non condividi il modo di esprimermi, né ti interessa dei  miei



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                                                Noooo! Non voglio saperlo! Foto dal web




moti interiori, ai quali, secondo te, do troppa importanza.

Ti  assicuro che non è così : il frastuono dei sentimenti, il silenzio delle passioni, il fondaco dei robivecchi sui quali ti soffermi volentieri, e ciò mi dà la forza di continuare, sono solo figure retoriche, strumenti drammatici che adopero quando limo il testo, ad uso di seguaci che letteralmente mi sottraggono il foglio sul quale sto scrivendo, nell’ansia di conoscere in anticipo i miei pensieri della sera, per esempio, o qualsiasi altro scritto, su argomenti i più diversi, cosa che come appare, non succede a te. Non mi consta infatti che vi siano molti follower che ti seguano entusiasticamente, come invece succede a me.

Per quanto riguarda il mio stile, non so come esprimerti il senso del mio più profondo rincrescimento, per il fatto di dover constatare, ogni volta che leggo tuoi pezzi su di me, che non riscuoto la tua approvazione ma so, dal canto mio di sapere bene come esprimermi e cosa dire e quando dico una cosa, sono in molti a farmi i complimenti, per quello che dico (che quindi non è proprio materia per amene risate), come pure per come le dico, cosa di cui vado orgoglioso.

Non parlo di te ovviamente, che sei un fine interprete di ogni piccola cosa e quanto più piccola, tanto meglio per te, ma anche per me, avendoti dichiarato più volte la mia disponibilità a trarre ‘profitto’ dalle tue ‘osservazioni’, ma non fino al punto di rinunciare ad essere me stesso. Per cui ti prego, se proprio non puoi farne a meno, vacci piano ed io resterò l’allievo che mi sono ripromesso di essere, ma se tu dovessi esagerare nella tua ricerca di improponibili confronti  e smagliature in ogni cosa che io metto nero su bianco, sappi che mi toglierò il grembiule da scolaretto, ed allora ti troverai davanti, quel 74enne di cui sottolinei l’età in relazione a quello che fa e dice, che a te appare non confacente con essa, con tutta la sua ritrovata libertà e che darà libero sfogo alle furie di quel Rimiratore che da qualche tempo morde il freno e non aspetterebbe altro che un cenno, per sentirsi lasciato libero di dire quello che vuole.

Ad maiora, Licius, questa è una proposta di tregua armata, alla quale credo non vorrai sottrarti.

Puntat-arm! Arm!!!"

Bum-boom! Fu l’unico commento di Licius. Non convinto, ma in qualche misura ringalluzzito, non capiva perché.  

Commenti

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  2. A Licius e datte 'na calmata che quanno m'arrufo parlo in romanesco! Prima eri solo a cantare papim papom, poi eravamo 2 a cantare papim papom e mo siamo in 3 a cantare papim papom: e che siamo tre personaggi in una sola persona, na specie de trinità? Ma mentre Quella è la Santissima Trinità noi che siamo l'infima trinità? Lassamolo sta a sto Lucio/46 che de fisime ne ha pure troppe da come scrive certe elucubrazioni, a noi bastano le nostre! Perciò visto che io e te siamo come Jekyll & Hyde vediamocela tra noi tanto pe fá du chiacchiere come al bar. O Licius e se na sera quanno finisco de lavorá famo du chiacchiere davanti a du bicchieri di rosso o de bira al bar dell'Olmo nun sarebbe mejo? Nun te formalizzà pero se mi vedi in tuta da lavoro, te ricordo che so' n'elettrotecnico intellettuale dilettante (appunto da cantina, dove notoriamente vige il detto "in vino veritas").
    Ciao Licio e 'nte sta sempre ad arrovellà pe tutto che nun fa bene, perciò bevemoce sopra!

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