LIBERTA'
Accadde che un bel giorno qualcuno, giurerei Lucio/46 come si
fa chiame lui, o il Lucido come piace a noi chiamarlo, per le sue doti di
accecante lucidità – mentre scrivevo mi veniva ludicità, ma non è vero, ludico
non è per niente - si presentò ad una
delle solite sedute (letteralmente tali) dello Zib, con un valigia nella quale
portava un dossier di carte su un tema che egli stesso non esitò a definire, oceanico,
tra le quali, immancabili, il suo
pensiero più intimo, concentrato e distillato, ma tutto da mandare a memoria, sull’argomento e un corposo link tratto dal
Dizionario Filosofico Treccani, forse o trecento, non so, che molti si sono
rifiutati di iniziare a leggere, adducendo egli, il proponente che sì, sapeva che
l’argomento era troppo vasto ed avrebbe richiesto un luogo meno angusto di quel
sedicente circolo, per la sua esauriente esposizione, ma purtuttavia egli nei
limiti dati dalla contingenza, riteneva essenziale proporre, per il bene
dell’umanità e la salvezza del mondo.
Il proponente cominciò con la esposizione del suo breve ma
complesso pensiero:

Grande come il mare
LA LIBERTA'
Considerato
che su i social imperversano vaniloqui è bello trovarsi tra amici che
propongono e sostengono certe argomentazioni. La mia gratitudine va a questi
amici.
Libertà ...
ma siamo veramente liberi? Personalmente mi sento limitato da più condizioni
sia naturali che sociali, condizioni necessarie ed inevitabili che forse mi
consentono libertà pratiche apparenti entro le quali posso agire avendo cura di
mantenere un giusto equilibrio. Più che libertà in senso astratto io vedo una
necessaria interdipendenza all'interno della quale si ha un piccolo margine di
azione individuale. Forse solo nella nostra interiorità siamo liberi veramente,
ma anche questa dipende da molteplici fattori inerenti il luogo dove siamo nati
e le persone che hanno accompagnato la nostra crescita; quindi il nostro
pensiero può essere libero ma nelle dinamiche del confronto con quello altrui
succede di tutto, persino violenti conflitti. Amici ho parlato solamente di me
stesso manifestando questo intricato dubbio che intellettualmente mi angustia.
Ai quali
fece seguire i Commenti dei vari partecipanti:
Liberi si è
se lo si vuole essere.
Pondera bene
ciò che ho scritto nel post.
ti rispondo,
con quanto ho già asserito nell’ambito della discussione relativa al mio post:
La più
ampia libertà si realizza assecondando l’affermazione del proprio essere
profondo. …
Altro...
La libertà è
qualcosa da ricercare sempre, da pretendere... non conviene. Rimaniamo solo
delusi
Meditate,
gente, meditate...
puoi
spiegare meglio il tuo commento grazie
La mia
battuta non era diretta a te,ma a tutti, nel merito non ho nulla d aggiungere-
Di libertà
non si parla. si vive.
non ti
conosco ma credo di avere avuto tua sorella come insegnante..una grande donna.
Stima assoluta.
Mi dispiace che
non vuoi parlare del tuo commento, avremmo la " libertà" di
confrontarci meglio.

Credo voglia
dire che non ha nulla da aggiungere a ciò che io ho espresso, ma richiama
l'attenzione di tutti sul fatto che il tema è molto articolato e complesso
perciò ci invita a meditare. Comunque vivere di libertà non è cosa semplice da
perseguire.
la libertà
da cosa o da chi?
Rifletti
bene sulle frasi che ho scritto.
Questo Il tenore della discussione che ne era seguita, in
altro ambito, ma sullo stesso tema, da parte di accoliti di una setta segreta
come potrebbe essere quella di Face Book sul web, che può essere dedotto da queste poche
ma variegate affermazioni fatte in quella occasione, da appassionati cultori della
libertà e della giustizia, che qui non nominiamo.
C’è un punto, però che va
rimarcato ed è quello nel quale un incauto
commentatore che aveva invitato gli altri
a meditare con aria sospettosamente ironica, se non addirittura
sarcastica, era stato beccato da un’attenta e
gentile signora di quel congresso, ed invitato a precisare le sue idee sull’argomento, aveva opposto un netto
rifiuto, palesandosi così per quello che era un meschino mestatore, non aduso a
confrontarsi ‘liberamente’ con idee non sue e probabilmente più salaci delle
sue.
Si dà il caso che
alla prolusione fosse presente questo signore che sentendosi tirato in
ballo, si dichiarò pronto al confronto, pur se a distanza, per motivi inerenti
alla necessaria distanza sociale, inaugurata a proposito dell’ondata di virus
covid 19 e tuttora vigente ed infestante.
Cominciò egli stesso a parlare:
Vogliamo accennare liberamente qualcosa circa l’idea di libertà?
Ebbene, la prima cosa da dire mi sembra che chi non ha nulla da dire, può stare
zitto, il che non avviene in tutte le occasioni del genere.
La voglia di protagonismo invita tutti a parlare anche senza
dire niente. In secondo luogo, se si vuole parlare di libertà, non ci si può
limitare ad una mera affermazione di principio, come si fa coi Fratelli
Karamazof asserendo che è un bel libro, perché questo lo sanno tutti; la
libertà non può essere contenuta in due parole, “è grande”, o “non esiste”, perché
questo potrebbe essere addirittura offensivo.
Mettere nel piatto un link della Treccani sull’argomento, è
come troncare ogni discussione, perché contestare la Treccani non è facile. E
allora dobbiamo accontentarci della definizione dogmatica, senza aggiungere
nulla di personale.
Ma ognuno di noi, un’ideuzza sulla libertà, ce l’avrà ed è
quella che vogliamo sentire, anche fuori dal coro, ma in maniera intelligente e
proficua per un discorso che ci possa fare crescere, anziché aumentare il
numero delle nostre nozioni imparaticce.
Il Lucido ci ha provato e sebbene il suo pensiero non sia
apparso del tutto chiaro (che c’è di strano? Lucido, sì in superficie, chiaro,
no in profondità), hai voglia a ripetere leggete attentamente quello che ho scritto, ma comunque la sua buona volontà
va premiata.
Non si tratta di trovare la pietra filosofale, o l’araba
fenice, o la quadratura del cerchio –non mi dite la quadra, per carità! - né il
quindicesimo segreto di Fatima.
C’è chi dice la libertà non esiste ed adduce come prova che
è costretto a portare la museruola durante la pandemia. Ma allora non si sa di
che libertà stiamo parlando; quella di infettare gli altri? C’è chi dice che ce
n’è troppa ed invoca il ritorno dei tempi in cui stavamo peggio, ma stavamo
meglio. Vogliamo per davvero tornare all’uomo forte, solo al comando? Ma siamo
matti?
Ed infine ci sono quelli che si fermano a mezza strada, tra
l’esistenza e la non esistenza della libertà. La libertà ce l’ha chi la vuole
avere, cioè come la tessera di un club. Oppure la libertà bisogna
cercarla, dove? Sotto un cavolo?
Esistono svariate, infinite forme di libertà a cominciare
dalla distinzione fondamentale tra la libertà di e la libertà da, libertà di
voto, di espressione, di culto ecc; libertà da tante forme di schiavitù che si
possono trovare ancora oggi nel sostrato della nostra società, libertà dalla tirannia,
dalla paura, dalla fame, dall’ignoranza ecc.
e per parlarne, bisogna che determiniamo un poco i confini di quello di
cui vogliamo discutere, altrimenti ognuno dice quello che gli interessa, dentro
e fuori il contesto, e finisce come nelle riunioni di condominio, si comincia
che si è d’accordo su tutto, si esce, che non si è d’accordo su niente.
Affermare di non essere liberi in quanto condizionati dalle
convenzioni sociali, dalle leggi e dalle buone maniere, significa che si ha un’idea
della liberà in formato minore, quella di fare quello che cavolo ci pare. E non
è quello di cui stiamo parlando.
Per me, ripeto un luogo comune che però mi sembra pregnante.
Tutte le mie libertà si arrestano dove cominciano le libertà degli altri.
La libertà è un fiore delicato, profumatissimo, può fiorire dovunque,
spontaneamente, o coltivato, ma può dare dei frutti solo se ci si crede e le si
vuole bene. E non credere che possa essere conquistata una volta per tutte. La
libertà va riconquistata giorno per giorno.
Quanto alla domanda che molti si pongono, specialmente
coloro che sono scettici su tutto, se siamo liberi o non lo siamo, mi dispiace
dirlo, ma si tratta di un’autentica bufala, che non meriterebbe risposta. Solo
una cattiva politica può aver indotto a dubitarne, cavalcando le peggiori menzogne.
Certo che siamo liberi: godiamo di tutte le libertà fondamentali
della persona e delle idee e questo nessuno lo può mettere in dubbio. Ma c’è
ancora tanto da lavorare per togliere scorie e remore dal corpaccio della nostra
società per conquistare ogni giorno nuove libertà.
Con ciò per il momento ho finito, resto in attesa delle
controdeduzioni della mia gentile interlocutrice, per un civile confronto di
idee.
Rimiratore dice che la gentile interlocutrice non frequentando lo Zibaldino dovrebbe poter prendere atto di questa argomentazione su FB, altrimenti non ne conoscerá mai l'esistenza.
RispondiEliminaLucio/46 si sente incapace di proporre una sua soluzione al concetto di libertà ideale o pratica, ma afferma di aver sempre amato la frase che il sommo poeta Dante esprime per bocca di Virgilio nella cantica del Purgatorio: (da internet) "...“… libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta” Le parole sono quelle che Virgilio, parlando di Dante, indirizza a Catone, il quale essendo pagano e suicida, dovrebbe stare fra i grandi spiriti del Limbo nel I cerchio o fra i suicidi nel VII cerchio dell’Inferno, e, invece, lo troviamo come custode del Purgatorio. Questa scelta di Dante, apparentemente strana, può essere spiegata studiando la vita di Catone. (Purgatorio, canto I, vv 71-72)
RispondiEliminaCatone morì ad Utica nel 46 a.C. Scelse il suicidio piuttosto che rinunciare alla libertà politica che ormai Cesare aveva tolto..."
Ciao Bruno, ti ringrazio per avermi rinviato a questa lettura molto interessante che approvo per certi aspetti. In realtà resto dell'idea che per quanto mi riguarda la libertà può essere oggetto di discussione, la parola è vita, se si ha la gentilezza di non farne un assoluto.
RispondiEliminaMa andiamo alle mie idee.
Sono una relativista e credo che la libertà l'uomo se la costruisce senz'altro...ma l'uomo è anche limitato in questo. Esempio: ho perso la libertà di scherzare con la mia migliore amica, purtroppo l'ho persa per malattia.
Vengo al dunque: come posso risolvere la questione della libertà senza avere una grande lacuna di essa, un rammarico che umanamente mi impedisce di credere nell'homo Faber?
Forse ora è più chiaro il concetto che volevo esprimere.
Ed è senz'altro personale.
Grazie per l'attenzione
Claudia
(Su fb Cla cla)
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